Ancora da decidere la data del prossimo consiglio montano. Il vicepresidente Gino Vergura (che ha preso le redini dell'ente dopo 1'autosospensione del presidente Nicola Pinto) tarda a convocare la seduta. Ma dovrà farlo giocoforza nelle prossime ore, perché il termine ultimo è fissato per il prossimo 6 marzo.In attesa di conoscere la data in cui si terrà il consiglio montano, pare quasi certo invece che verrà rimpolpato l'ordine del giorno. Da uno a due accapi, non più quindi monotematico. Secondo una richiesta dello stesso Matteo Cappucci dello Sdi, che si é battuto per far inserire nel prossimo ordine del giorno, la presa d'atto delle dimissioni di Peppino Maratea, assessore alla cultura, attualmente agli arresti domiciliari per concussione. A tal proposito esiste anche una lettera di sollecito da parte dell'avvocato difensore dì Maratea, Raul Pellegrini, che esorta il Consiglio montano a prendere atto della volontà del suo assistito e cioè di voler rinunciare all'incarico di assessore. Così saranno due gli accapi che impegneranno ì 37 componenti dell'assise montana. Oltre a quello avanzato dall'opposizione, relativo alla «discussione della grave situazione politico amministrativo in cui versa 1'ente», e quello che riguarda Maratea. Su questo accapo il parere espresso dal segretario dell'ente Ugo Galli ed inviato al Ministero dell'Interno è negativo. Galli sostiene che l'attuale consiglio montano non possa licenziare un accapo simile in quanto in regime di proroga. Il consiglio, secondo Galli sarebbe tenuto a svolgere solo l'ordinaria amministrazione e, la presa d'atto non rientrerebbe tra gli atti di ordinaria amministrazione. Rischia però di scatenarsi una guerra di tesi contrapposte, tra chi si dice d'accordo con la interpretazione data da Galli e chi invece sostiene il contrario, vedi Matteo Cappucci consigliere montano dello Sdi (San Giovanni Rotondo).