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La BUONA SCUOLA/ Studenti e cattedre, uniti dal calo. Paradosso nei concorsi: il numero dei vincitori sarà inferiore ai posti disponibili.

Le notizie che arrivano dal mondo della scuola pugliese non sono delle migliori. Diminuiscono le iscrizioni, diminui­scono le cattedre disponibili, stenta il tempo pieno, aumen­tano gli alunni che hanno bi­sogno del sostegno. Non è certo roseo il futuro per chi spera di rientrare a casa con la mobilità o per chi ambisce al ruolo come vincitore di concor­so o docente delle Gae. Il calo significativo delle iscrizioni, causa decremento demografi­co, riguarda la scuola seconda­ria di secondo grado e la scuola primaria.
Le na­scite si sono assestate, ma la diminuzione delle iscrizioni, che quest’anno si dovrebbe attestare a quota 14.875 unità, do­po il 2020 potrebbe addirittura portare alla chiusura di qual­che Università. Per quest’anno s’ipotizza una perdita secca di circa 700 cattedre, per la mag­gior parte nella scuola primaria e nelle superiori. In alcuni casi, negli istituti professionali, le prime classi sono state ridotte alla metà. Le cifre sono impie­tose: -8,8% nella primaria, -4,7: nel primo grado, -21,2 nella secondaria. Le province di Foggia -25%, Taranto-27%, Brindisi e Bari, con cifre che si avvicina­no al venti, le più penalizzate.
Gli studenti hanno scelto, au­mentando le iscrizioni rispetto allo scorso anno, per oltre il 51,9% il liceo scientifico per il 6;7 il classico, per il 7,3 scienze umane classico, per il 3,2 l’artistico e per 1’1,1 nei musicali. Fortemente penalizzati nelle iscrizioni i professionali, che hanno raccolto l’8% degli iscrit­ti, e i tecnici con il 9%. Sarà difficile per i docenti no­minati in altre regioni rientra­re con centinaia di perdenti po­sto da ricollocare all’interno dell’ambito. Prima bisognerà pensare a loro, poi alla mobi­lità, ‘ai vincitori di concorso e alle Gae. Paradossale la situa­zione di chi vincerà il concorso in Puglia. il numero di quelli che arriveranno al traguardo finale è inferiore ai posti messi a bando, ma potrebbero essere tutti occupati dai perdenti po­sto.
La scorsa settimana è stato pubblicato l’elenco degli aspi­ranti che hanno superato gli scritti, del concorso per la scuo­la primaria. Sono poco più di 850, mentre i posti messi a ban­do sono 979. La stessa situazio­ne potrebbe verificarsi nelle al­tre classi di concorso e in quella di matematica in particolare. Il paradosso è che, nonostan­te la grande disponibilità di po­sti, potrebbero non vedersi as­segnare la cattedra. In queste ultime settimane l’amministra­zione, in applicazione delle sen­tenze dei vari tribunali, sta as­segnando alle nostre- province tanti docenti penalizzati dall’al­goritmo dei trasferimenti. A og­gi, nell’intero territorio regio­nale, si contano più di 300 sen­tenze che dispongono l’assegna­zione di docenti della primaria in Puglia. il fenomeno riguarda anche la scuola secondaria di primo grado. il numero e destinato a salire nei prossimi mesi. Ne consegue che le cattedre della primaria, potrebbero non essere assegnate ai vincitori di concorso, né a quanti chiedono di rientrare da altre province. Le previsioni non sono ottimi­stiche sui pensionamenti. Sca­duti ieri i termini per presen­tare la domanda, si spera di su­perare la cifra dello scorso an­no, un migliaio, Per recuperare un numero sufficiente di posti in grado di occupare i docenti rientrati in regione per senten­ze dei giudici e di lasciarne altri per la mobilità.
Di conseguenza rischiano di sal­tare anche le immissioni in ruo­lo (sia quelle da concorso che quelle da GAE). Le speranze sono riposte nell’aumento dell’or­ganico di diritto e nella ridu­zione della media alunni per classe che potrebbe, se portata alla media nazionale, creare duemila cattedre in più. A oggi le notizie sull’aumento dell’or­ganico di diritto non sono con­fortanti. Il tempo pieno è ancora al dì là da venire. Per questo occorre intra­prendere una campagna di pro­mozione del tempo pieno nella scuola primaria, del tempo nor­male nella scuola dell’infanzia e del tempo prolungato nella scuola media di primo grado. L’aumento del tempo scuola è il miglior deterrente contro il disagio e la dispersione scolasti­ca. Occorrerebbe potenziare an­che i corsi serali per fornire una concreta possibilità di riquali­ficazione ai tanti adulti che nel­la nostra regione perdono il po­sto di lavoro. Inoltre l’organico, così come calcolato, non tiene conto dei tanti migranti di tran­sito che da noi frequentano i corsi di alfabetizzazione lingui­stica nei CPIA. Insomma la ri­chiesta è di 3000 posti in più al momento è utopistica .Ottener­ne 1500 sarebbe già un grande risultato. Sono destinati sicuramente ad au­mentare i posti di sostegno. Il rapporto attuale – 1 docente ogni 2 alunni diversamente abi­li – non favorisce l’inclusione. D’altra parte; aumentare di 1000 unità i posti di sostegno sarebbe un segnale importante anche per gli insegnanti, sia per le immissioni in ruolo che per la mobilità. L’assessore regionale Leo è impegnato nella conferenza Stato-Regioni a trovare soluzio­ni. Tutta ancora da decifrare la possibilità per i docenti di usu­fruire dell’assegnazione provvisoria per rientrare a casa. La stretta preannunciata dal ministero penalizzerà tanti docen­ti. Per i sindacati, se non do­vesse essere autorizzata si tratterebbe di una violazione pa­lese dei diritti dei lavoratori. «La legge sui congedi parentali e la tutela del­la maternità, così come i be­nefici rivenienti dalla 104 – so­stiene Roberto Calienno , segre­tario regionale CISL Scuola – non possono e non devono es­sere annullati. È indecoroso pe­nalizzare i lavoratori che sono costretti ad assistere i propri familiari». Sulla chiamata diretta con­tinua lo scontro tra dirigenti e ministero da una parte e sindacati dall’altra. Nella bozza ul­tima mancano completamente il riconoscimento dell’anziani­tà di servizio e i punteggi, la­sciando dunque ampia discre­zionalità al dirigente scolastico. La nuova proposta ha di­minuito il numero dei requisiti da 36 a 27, ma restano ancoragli incarichi organizzativi (colla­boratore del dirigente, referen­te per progetti di reti di scuole, attività di tutoraggio, ) nella di­screzionalità dei presidi. Il ministro Fedeli, disponibi­le a risolvere i problemi, sia con i sindacati che con i docenti, cerca soluzioni difficili da raggiungere. La scarsità di risorse e il forte decremento demografico al Sud, saranno un proble­ma insormontabile che potreb­be vanificare anche definitiva­mente l’intera struttura della Buona Scuola.

Mimmo Giotta
gazzetta mezzogiorno