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Protezione civile/ Mennea: “Una riforma per rafforzare la prevenzione e affrontare al meglio le emergenze”.

Creazione di un servizio meteo regionale, coinvolgimento di altri enti o
dipartimenti regionali nella rete dell’emergenza, modello integrato di
previsione, utilizzo del numero unico per l’emergenza (il 112) e,
soprattutto, nuovo sistema di coordinamento attraverso il Corem, il
comitato regionale per l’emergenza. Sono i punti su cui, in Puglia, si
sta lavorando per riformare la legge 7/2014 sul sistema regionale di
Protezione civile.
Questa mattina, nell’aula consiliare di via Capruzzi, è stato fatto il
punto nel corso di una riunione del comitato permanente di Protezione
civile, convocato dal presidente Ruggiero Mennea, con l’assessore
regionale al ramo, Antonio Nunziante, alla dirigente del settore, Lucia Di
Lauro, e ai rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni e
degli enti coinvolti a vario titolo nel sistema di Protezione civile
regionale. Mennea ha fatto la sintesi dello stato dell’arte e tracciato
le linee guida del lavoro da fare.
Facendo riferimento all’emergenza neve dello scorso gennaio, il
consigliere regionale ha innanzitutto ringraziato i volontari “che hanno
dimostrato forte senso di abnegazione, oltre che grande partecipazione
alla gestione dell’emergenza”. “Il volontariato – ha sottolineato
– è la seconda gamba su cui si regge la Protezione civile e, rispetto a
questa realtà, abbiamo messo ordine con il nuovo regolamento, che
stabilisce i requisiti per accedere all’albo regionale”.
Facendo sempre riferimento all’emergenza maltempo di quest’anno,
Mennea ha rimarcato anche l’importanza dei piani comunali di Protezione
civile. “Tutto funziona se il piano comunale è aggiornato ed
efficiente”, ha spiegato. “Spesso, nell’ambito dei piani comunali,
non si effettuano esercitazioni e simulazioni e, questo, impedisce di
avere un’idea precisa sull’entità degli interventi da effettuare
quando l’emergenza si presenta”. E, a tale proposito, è stato
annunciato il coinvolgimento dell’Anci (grazie alla disponibilità del
presidente nazionale, il sindaco barese Antonio Decaro) per fare in modo
che i Comuni partecipino alla revisione della norma. Mentre la Regione
intende esprimere un parere in fase di revisione dei piani comunali.
Tornando alle questioni da affrontare per poter riformare la legge 7/2014,
il presidente del comitato permanente ha spiegato che “come Regione
occorre dotarsi di un servizio meteo autonomo, perché per le previsioni
metereologiche dipendiamo ancora dal dipartimento nazionale. Abbiamo
iniziato a fare i primi passi e riteniamo che questo servizio possa essere
importante non solo per la Protezione civile, ma anche per tutte quelle
attività produttive (come pesca, agricoltura, turismo) che necessitano di
avere indicazioni utili per interventi tempestivi in caso di emergenze”.
Soprattutto, nel terzo millennio, si punta ad avere un sistema nuovo di
previsione, “adottando – ha spiegato ancora Mennea – modelli integrati
che coinvolgono non solo le strutture tradizionali, ma anche gli uffici
regionali per la difesa del suolo, dell’assetto del territorio,
dell’urbanistica e dell’ambiente. Non si può più pensare – ha
sottolineato – di lavorare a compartimenti stagni”.
Si è anche parlato del passaggio di funzioni dalle sale operative
provinciali a quella regionale e della revisione del comitato regionale,
in cui vanno inclusi soggetti nuovi come i carabinieri forestali, i
responsabili dei parchi nazionali e regionali, l’ufficio parchi della
Regione, l’Acquedotto pugliese e anche Aeroporti di Puglia. “Questo
– ha spiegato Mennea, a titolo esemplificativo – ci consentirebbe di
disporre anche dei mezzi di Aeroporti di Puglia per le emergenze, come è
accaduto con Malpensa che ha mandato i propri mezzi spazzaneve per il
terremoto in Centro Italia”.
Infine si è parlato dell’attivazione del Corem, che includerà tutti i
vertici degli enti o dei dipartimenti interni della Regione Puglia che
devono coordinare le operazioni relative alle emergenze. In questo
comitato si dovranno includere anche figure di esperti nel settore medico
per far fronte anche alle emergenze sanitarie. “In questo modo – ha
concluso Mennea – si mettono in rete tutte le strutture, perché quando
scatta l’emergenza diventa difficile effettuare il coordinamento. Con un
unico organo, invece, si accorciano non solo i tempi degli interventi, ma
soprattutto la filiera dell’emergenza”.
La nuova legge, infine, prevede che si faccia ricorso finalmente al numero
unico dell’emergenza (il 112) e il testo sarà aperto alla condivisione
di tutti gli operatori anche non ricompresi nel comitato di Protezione
civile.