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Presidi Riabilitativi/ La Regione riapra i termini sulla convenzione con l’Inail.

Sul tema della riabilitazione e rieducazione funzionale, la Regione Puglia metta fine a una dimenticanza che si trascina dal 2015,anche per evitare l’assurda contraddizione di un ente che smentisce se stesso.
Non è possibile, infatti, che la Regione con il Regolamento Regionale 3/2005 e s.m.i., stabilisca che “Presidi di riabilitazione e rieducazione funzionale, lettera B.02, siano finalizzate a consentire il massimo recupero possibile delle funzioni lese in seguito ad eventi patogeni o lesionali, prevenendo le menomazioni secondarie e curando la disabilità”, eppoi nello schema di convenzione, sottoscritto e deliberato (DGR n.69/2015), prevede in elenco le strutture ambulatoriali accreditate, omettendo quelle “più appropriate per l’inserimento sociale e lavorativo degli infortunati e tecnopatici ovvero i Presidi di riabilitazione e rieducazione funzionale”.
«Come dire che la Regione promuove ed esalta le strutture ambulatoriali e lascia fuori dalla porta i presidi di riabilitazione che sono dotati di maggiori strumentazione e professionalità utili al raggiungimento dello scopo della convenzione: ovvero di un sistema coordinato di servizi dedicati all’assistenza riabilitativa e al reinserimento sociale e lavorativo degli infortunati sul lavoro e dei tecnopatici», sostiene Napoleone Cera, presidente del gruppo popolari della Regione Puglia, primo firmatario, insieme ai colleghi Enzo Colonna, Giovanni Stea e Mauro Vizzino, di una mozione indirizzata al presidente Michele Emiliano e all’assessore competente per “apportare modifiche e/o integrazioni alla DGR n. 69/2015, con specifico riferimento all’elenco degli ambulatori ivi menzionati, ai quali dovranno essere aggiunti anche i Presidi di riabilitazione e rieducazione funzionali”.
Il tema riguarda la convenzione stipulata tra Regione Puglia e Inail, a seguito del protocollo d’intesa siglato il 1° agosto 2013, e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia, n.29 del 25 febbraio 2015.
«Parliamo di una vicenda che era stata omessa dal precedente governo regionale. Ora, senza fare processo alle intenzioni, appare strano che la Regione provveda a stipulare una convenzione monca, per questo abbiamo chiesto di riaprire i termini dell’elenco e aggiungere anche i Presidi di riabilitazione e rieducazione funzionale», conclude Napoleone Cera.