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Processo alla Cassa Rurale di Carpino il 21 marzo la sentenza

E'attesa per il 21 marzo la sentenza per i fatti ri­guardanti la filiale di Carpino della Cassa rurale e artigiana di San Gio­vanni Rotondo. Stamattina, presso la sezione distaccata di Rodi Garganico del tribunale di Lucera, dunque, pe­nultima udienza riservata alle arrin­ghe degli avvocati e alle richieste del Pubblico ministero.Si andrà avanti fino al tardo pomeriggio, certamente si toc­cheranno le 17,30, orario fissato dallo stesso giudice. Michele Nardelli. Il pro­cesso, a carico di cinque dipendenti dell'Istituto bancario e dello stesso ex direttore della filiale di Carpino, Giu­seppe Fiorentino, e di una settima persona.Il 21 marzo, ci saranno le re­pliche da parte di avvocati e Pm, al termine delle quali, il magistrato si ritirerà in Camera di consiglio e, con molta certezza, emetterà anche la sen­tenza.Oltre all'ex responsabile della fi­liale, Giuseppe Fiorentino (difensore di fiducia, Gaetano De Perna), sono im­putati l'ex presidente dell'Istituto di credito di San Giovanni Rotondo, Gio­vanni Ercolino (difensori di fiducia Luigi Follieri e Nazario Florio), i cas­sieri Vittorio Pazienza, Nicola Urbano, Angela Urbano, Costanzo Ritrovato, tutti difesi dall'avvocato di fiducia, Gia­nluca Vincenzo Bocchino; ancora, Mi­chele Vivoli, l'unico non dipendente dell'Istituto bancario (avvocato di fi­ducia, Giuseppe Simone).I fatti -Mo­vimenti di danaro che ci sarebbero stati, all'insaputa dei titolari di conto corrente, tra il 2001 e il 2003, presso la filiale carpinese; l'anno successivo, la denuncia dei correntisti e l'avvio dell'inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Lucera. Della questione si interessò anche la Banca d'Italia che dispose più di un'ispezione. I capi di imputazione -Ai dipendenti viene contestato "il con­corso, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con ar­tifici e raggiri consistenti nell'eseguire movimentazioni indebite di denaro, perchè effettuate in assenza di autorizzazioni dei clienti, inducendo in er­rore la direzione centrale dell'istituto bancario circa la legittimità delle ope­razioni, procuravano a sè e ad altri, un ingiusto profitto, con danno dell'isti­tuto bancario". Per tutti c'è "l’aggra­vante dell'abuso della relazione di pre­stazione d'opera". Per l'ex direttore e i cassieri anche l'accusa di avere eseguito operazioni indebite di denaro, in assenza di au­torizzazione da parte dei clienti, pro­curando a sè e ad altri un ingiusto profitto, oltre all'aggravante dell'abuso della relazione di prestazione d'ope­ra". Michele Vivoli è accusato dì aver "aiutato Fiorentino ad assicurarsi il profitto in relazione ad un bonifico di 10mila euro mediante prelievo dal con­to corrente di Nicola Mitrione, e ac­creditamento in favore della "Bi.ol.ga. dei f.lli Vivoli s.n.c.), disponendo in­debitamente della predetta somma con bonifico in favore di Donato Azzarone, suocero di Giuseppe Fiorentino". Si sano costituiti parte civile, la Cas­sa di San Giovanni Rotondo, per il "danno d'immagine procurato all'Isti­tuto a seguito di quanto accaduto pres­so la filiale. carpinese"; Giuseppe Lu­ciani, titolare di un salone automo­bilistico a Rodi Garganico, nei con­fronti, però, del sola ex direttore della filiale di Carpino della banca di San Giovanni Rotondo.