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Ds Vieste: nelle linee programmatiche di questa amministrazione non esise la Vieste del futuro

Penso che quando una Giunta presenta le sue linee programmatiche per il governo della città occorre cercare di dare una risposta ad almeno due domande: la prima riguarda il presente, e cioè lo stato nella quale si trova la nostra città.

E credo che su questo non dovrebbe essere difficile cercare di dare una risposta condivisa. Ma la relazione che ci è stata presentata dalla Giunta manca anzitutto dell’analisi di ciò che è oggi la società viestana. Sicuramente più complicato dovrebbe essere trovare il filo condiviso della città che verrà. Ma anche qui manca l’oggetto del contendere: qual è l’idea di città di questa amministrazione? Cosa vogliono i nostri amministratori che sia Vieste tra 15 o 20 anni? Nella lunga relazione che ci è stata presentate la risposta a questa domanda non c’è! E non c’è anche perché è stata la stessa Sindaca a confessare di non capire il perché della discussione delle linee programmatiche in Consiglio Comunale visto che al momento della presentazione delle candidature si è dovuto allegare anche un programma elettorale. Ma così facendo ha dimostrato di non comprendere la differenza tra un programma elettorale ed un programma di governo.Già da una prima lettura delle linee programmatiche si capisce subito come queste non siano state il risultato di un lavoro di squadra, anzi. Ogni assessorato ha presentato le sue linee programmatiche senza curarsi di verificare se queste corrispondano o meno alle intenzioni degli altri assessorati. E ci ritroviamo così con i progetti dell’assessorato all’ambiente che non trovano riscontro con quelli dei lavori pubblici, della cultura che non trovano riscontro con quelli del turismo, e soprattutto con quelli del bilancio che non fanno alcun riferimento alle intenzioni di tutti gli altri assessorati e, soprattutto, sul come finanziarle. E proprio la questione del bilancio assume in questa fase e per queste linee programmatiche un aspetto centrale. Lo scorso 30 novembre, infatti, la maggioranza ha approvato un assestamento di bilancio senza porre alla manovra alcun correttivo nonostante il parere negativo del dirigente del settore finanziario. Quel parere, al quale la maggioranza ed il collegio dei revisori non ha voluto dare credito, evidenziava come il nostro Comune sforasse il Patto di Stabilità (nel senso che nel 2006 avrebbe speso più soldi di ciò che era consentito), e sappiamo tutti che questo significa almeno tre cose: una riduzione del bilancio del 10%, il divieto di accendere nuovi mutui, il blocco delle assunzioni e delle convenzioni esterne. Oggi invece la Giunta ha confermato lo sforamento del Patto di Stabilità, e quindi: come si concilia questa nuova situazione finanziaria con le tante belle proposte che ci sono state presentate che necessitano invece di notevoli risorse economiche ed umane? A questa domanda non è venuta nessuna risposta.Una critica è stata avanzata anche nel merito delle linee programmatiche che non tengono minimamente conto dei bisogni e delle esigenze della nostra città. Non una parola sulla nostra situazione sanitaria anche alla luce del riordino che sta mettendo in atto la Regione Puglia, a partire dall’accorpamento delle varie ASL; non una parola sul crescente disagio giovanile e sul dilagare dell’uso di sostanze stupefacenti che nella nostra città sta assumendo livelli sempre più preoccupanti; non una parola sull’esodo dei nostri ragazzi che finite le scuole superiori lasciano la città per le università ed una volta laureati difficilmente ritornano; non una parola sulla scuola o meglio sulle scuole della nostra città, avulse dal nostro sistema sociale, culturale ed economico mentre è assolutamente necessaria e prioritaria una forte politica di integrazione; non una parola sul sistema creditizio, visto che di fronte ad una percentuale molto elevata di raccolta e di deposito di denaro presso le banche, molto bassa resta la percentuale di investimento sul territorio; non una parola su quella fascia consistente di nostri concittadini che è rappresentata dagli immigrati, e quindi sul come ci attrezziamo alla sfida dell’integrazione se non attiviamo politiche di conoscenza dei flussi migratori e se non favoriamo l’auto-organizzazione. Mi auguro, nell’interesse delle nostra città, che ci sia una presa di coscienza della maggioranza che porti ad una radicale inversione di rotta di questa Giunta.

 

Il Segretario

Aldo Ragni