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«Benzina più cara a Bari»

La rilevazione è di Figisc-Confcommercio, una delle sigle dei gestori. Tra i comuni più «cari» anche Genova e Napoli. A pesare le diverse tasse regionali e i prezzi continuano a a salire.

 

Le differenze territoriali nei prezzi dei carburanti sono dovute alle tasse aggiuntive regionali. È quanto afferma in una nota la Figisc-Confcommercio, una delle sigle dei gestori, intervenendo sul nodo delle differenze di prezzo riscontrate da città a città.
«I consumatori di Napoli, Bari e Genova – spiega Luca Squeri, presidente nazionale dell’organizzazione – pagano la benzina più cara non certo per un maggior ricarico dei gestori, ma perchè la politica fiscale delle rispettive Regioni ha decretato una addizionale regionale sull'accisa più alta che grava sul prezzo finale di circa 3,2 eurocent/litro. E questo nonostante il 50% dei gestori di queste regioni applichi prezzi inferiori a quelli consigliati dai marchi petroliferi».
Secondo Squeri, questo dimostra «ancora una volta che a fare il prezzo del carburante sono le tasse, che valgono due volte il costo della benzina» e questo «non può trasformarsi in una presunta accusa ai benzinai di queste regioni».

I prezzi dei carburanti tornano a salire nonostante il taglio temporaneo delle accise varato dal Governo e scattato il 20 marzo scorso: lo segnalano le associazioni dei consumatori, Codacons, Adoc e Federconsumatori secondo cui in questi giorni si stanno verificando nuovi rincari.
Nel dettaglio,come spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi, è in arrivo per i consumatori una stangata di circa 510 euro annui a famiglia: 150 euro annui in più solo per il pieno alla propria auto, a cui si aggiungono, sempre su base annua, 140 euro per il riscaldamento domestico, 80 euro per il gas, 40 euro per la luce, e 100 euro per rincari generalizzati nel settore alimentare.
Sul piede di guerra anche la Federconsumatori: per Rosario Trefiletti, «l'inizio di un serio processo di liberalizzazione del settore, anche attraverso l’allargamento alla grande distribuzione è un processo che avanza troppo lentamente». Infine, l’Adoc chiede «un intervento deciso» del Governo. «Il taglio fiscale non ha sortito alcun effetto e i prezzi della benzina tornano a correre, – commenta Carlo Pileri, Presidente dell’Associazione – se si intende veramente salvare l’economia delle famiglie, evitandogli un aggravio di quasi 300 euro l'anno, servono interventi più decisi e coraggiosi da parte del Governo».