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PESCHICI:ANALISI DI UNA CAMPAGNA ELETTORALE AGLI SGOCCIOLI

Amministrative – Provincia di Foggia: cinque candidati-presidente. Comune di Peschici: cinque candidati-sindaco.
Che spreco! Un’equazione insostenibile: decine e decine di migliaia di elettori in Terra di Capitanata contro un paio di migliaia nella cittadina garganica (ex “perla” ormai), identico numero di aspiranti primi amministratori. Un rapporto… sproporzionato! Vorremmo tanto comprenderne le ragioni. Desiderio dilagante e culturalmente diversificato di risolvere problemi sempre più pressanti o voglia di protagonismo? Presunzione di essere i soli, gli unici, ad affrontare una situazione che si va deteriorando e facendo sempre più pericolosa o incapacità a unificare le forze, spregiando il vecchio detto “uniti si vince”? Ignoranza di ciò che li attende o fame di poltrone?
Potremmo divertirci in dicotomie fino alla fine dei secoli e non fino al termine di questa tornata elettorale perché fra un po’, al massimo cinque anni, si ritornerà sul medesimo argomento, ma non lo facciamo perché la Patria ha bisogno di carità. E rispetto. Sì, rispetto, in quanto l’abbondanza di candidati è mancanza di rispetto nei confronti della più comune e ordinaria intelligenza.
Ne abbiamo ascoltate di belle, durante i vari comizi che si sono tenuti.
 Ah, già, una piccola parentesi va aperta per non dimenticarla nella confusione che ci stanno propinando. Parentesi: la battaglia elettorale, come è stata impostata, ci ha fatto tornare indietro di cinquant’anni e oltre, quando si annunciavano orari degli incontri con la popolazione e nomi dei comizianti attraverso un bell’altoparlante piazzato sulla “topolino” di turno che sventagliava nelle strade del centro abitato la grande notizia. Chiusa parentesi.
Ne abbiamo ascoltate, dicevamo. A chi salutava ogni cinque minuti il patrono (forse sarebbe meglio giocare coi fanti e lasciare in pace i santi) faceva eco la reiterata umiltà della citazione sulle personali origini. A chi dichiarava, imprudentemente, molto imprudentemente, di non sapere né leggere né scrivere seminando nelle menti dell’uditorio dubbi e sospetti atroci, ha fatto “pendant” la falsa modestia del salvatore della patria (questa volta con la “p” minuscola).
Un elemento positivo, però, è scaturito dalla disordinata massa di parole che ci sono state lanciate addosso: la voglia di leggerne i programmi. Lo abbiamo fatto, anche per offrire un servizio ai frequentatori del nostro sito “Punto di stella”. Ebbene, in uno solamente abbiamo trovato la citazione propositiva di occuparsi della più annosa questione che pencoli sulle teste di quella fetta di popolo (ben risicata) che sappia come si combattono e si polverizzino certe situazioni scabrose. Parliamo dell’Abazia di Càlena e del turismo legato alla storia, per tacere arte e religiosità.
Ben venga tale ricordo in un programma elettorale (uno su cinque, però, anzi quattro, e diremo subito perché), ma solo in due (su cinque, anzi quattro, e diremo subito perché) si sono preoccupati di inserire l’eliminazione della vergogna più oltraggiosa che possa imbrattare una classe politica: l’assenza di una sede scolastica! E poi ci lamentiamo se i giovani “espatriano”. Ma se li abituiamo noi, sin da piccoli o da adolescenti, ad andarsene in giro per il Gargano a frequentare scuole e istituti di altri centri viciniori!
Perché quattro! E’ presto detto: quando abbiamo chiesto agli interessati di recapitarci i loro programmi per assolvere a una pratica informativa di rete, in quattro hanno aderito, il quinto prima ha traccheggiato poi ci ha fatto pervenire una lettera in cui testualmente si legge: “… avremo modo di incontrarci dopo il successo elettorale (quanta arroganza, ndr) per programmare con voi e per voi il futuro del nostro paese”.
Rifiutiamo di inoltrarci in un qualsivoglia commento! Chi sa leggere, legga. E impari come si fanno le campagne elettorali, altro che Obama e Hillary! Ma noi vogliamo bene a tutti, a tutti quelli che non sanno che in vetta alle nostre priorità affettive c’è solo una serie di binomi: Peschici e la sua storia, Peschici e i suoi “vecchi fusti”, Peschici e il suo idioma, Peschici e i suoi “grandi vecchi”, Peschici e la sua violentata architettura, Peschici e la sua prostituita vocazione, Peschici e i suoi velieri con le vele decorate a mano dal pittore Bortoluzzi (mai salpati verso l’ecoturismo), Peschici e… la tangenziale su cui l’hanno precipitata come una vecchia puttana, Peschici “quartiere” di una città che si chiama “Gargano”.

Piero Giannini

FONTE: www.puntodistella.it