“L’Asl non mi dà gli strumenti per curarmi”. La famiglia spende 205 euro al mese per i farmaci.Affetto da diabete mellito tipo 1, Nicola Del Conte non sa più a che santo votarsi perchè gli venga riconosciuto un suo santo diritto: la copertura finanziaria per acquistare, mensilmente, un apparecchio per il controllo automatico della glicemia, indispensabile per la gravità del male. Da mesi le ripetute sollecitazioni, le risposte sono state e continuano ad essere a dir poco sconcertanti: un palleggiamento di responsabilità tra funzionari e direzione dell'Azienda che la dice molto lunga. Il ragazzo, che compirà 18 anni a dicembre, 5 anni fa ha scoperto di essere affetto dalla malattia che, per un giovane, è come essere stato condannato ad una costante dipendenza da farmaci e da strumenti di controllo. Il tipo di malattia (diabete instabile) e, quindi non contrallabile neanche con gli attuali schemi di insulino-terapia ad iniezioni multiple, richiede,un apposito sistema integrato e programmabile di gestione della terapia con associato monitoraggio glicemico continuo. L'apparecchiatura che dovrebbe essere garantita al ragazzo dall'Azienda sanitaria è una delle poche che gli può assicurare la misurazione continua della glicemia, controllo costante che avviene mediante un sensore sottocutaneo che rileva la concentrazione di glucosio nell'arco della giornata. La spesa complessiva per l'acquisto di catetere e siringhe ammonta a circa 250 euro al mese. Costi che fino ad oggi sono stati a totale carico della famiglia, le cui condizioni economiche non consentono di sostenere più un onere che va ben oltre le loro possibilità economiche. E' poi un diritto di chi è affetto da questa malattia ricevere, al di là del reddito familiare, gratis apparecchi e farmaci. E veniamo ai viaggi della speranza che, da mesi, i familiari di Nicola sono costretti a fare tra Vico, San Severo e Foggia per sollecitare la definizione della loro pratica che, c'è da dire, è una delle 150 sul tavolo del funzionario addetto. Tra le tante giustificazioni che vengono date ce n'è qualcuna che, se dovesse rispondere al vero, sarebbe davvero inconcepibile: pare che non si possa fornire gratis l'assistenza a Nicola per la semplice ragione che all'Azienda sanitaria ex Foggia1, che ha competenza anche sui Comuni del Gargano nord, non vengono garantiti i fondi necessari perchè avrebbe un indebitamento di tali proporzioni da assorbire buona parte del bilancio dell'Azienda foggiana. E non è tutto. Casse vuote – verrebbe spiegato dai vertici aziendali – per una gestione allegra da parte dei responsabili locali. Tornando a Nicola Del Conte, c'è da dire che è lunghissimo l'elenco dei dirigenti ai quali i familiari si sono rivolti. Nomi tanti che, però, dicono poco o nulla al ragazzo e ai suoi genitori: i Foglia, Granatiero, Di Stefano, Lamedica, D'Anelli, Mastandrea tutti funzionari con importanti responsabilità gestionali i cui nomi vengono sgranati dal papà di Nicola come una sorta di coroncina del rosario. Delle 150 pratiche ancora senza esito, qualche settimana fa ne è stata soddisfatta soltanto una, circostanza che, se da una parte apre qualche spiraglio di speranza, dall'altra getta non pochi sospetti, in quanto non viene data alcuna spiegazione, nonostante che sia stata più volte sollecitata, per conoscere le ragioni per le quali si è deciso di evadere una sola pratica e quale il criterio seguito per la sua scelta. A questo punto – per Nicola e i suoi familiari -1'unica strada rimasta è quella di interessare la magistratura perchè faccia luce su circostanze che hanno tante ombre.
Francesco Mastropaolo