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Le spigole di Punta San Francesco e il capolinea degli autobus sulla frontiera turco siriana

A Punta San Francesco, alle spalle della Chiesa di S. Caterina d’Alessandria e del Monastero dei Conventuali dell’Ordine di S. Francesco d’Assisi, dove non ci sono auto da rimuovere e spazi ed aree pubbliche da occupare, le spigole protette dal santo protettore Pep la Spagna, di nobile ed antico casato, predatore seriale di serra e ricciole, si dilettano nel lavaggio collettivo dei culetti. Le preziose acque di lavaggio del presidio slow fish formano magnifiche composizioni artistiche che rendono una cagata Alchimia di Pollock. Rifiuti di tutti i generi, abbandonati per l’imminente apertura della Mostra di arte contemporanea, e un insistente odore di cannabis proveniente dai fondali marini, accolgono gli studiosi di tutto il mondo ad assistere il rituale grazie alla comodissima discesa Juan Annot arredata da magnifiche buche art déco. Pare che l’Acquedotto Pugliese sia interessato ad organizzare un convegno internazionale sul bidet a cielo aperto di Punta San Francesco. L’antico stabilimento Chanel sparge i suoi seducenti profumi tra le vie del centro storico, per la gioa di turisti e residenti. Il centro storico di Vieste, una volta periferia nel centro, è il luogo dove vivere, in case sicure da furti, e crescere i propri figli. Comode e marmoree vie, la caserma dei Carabinieri, una generosa illuminazione pubblica, rendono quest’angolo di paradiso meta di pellegrinaggio di urbanisti e sociologi di chiara fama internazionale chiamati a studiare il fenomeno sociale. L’abbandono scolastico è inesistente grazie all’assiduo lavoro degli assistenti sociali. Qui non nascerà il futuro boss della criminalità organizzata. Algrazio e Narda dormono sonni tranquilli. Vincenzo Caruso è felicissimo e anche lui dorme sereno con le finestre aperte.  

La percezione del rischio altrui da parte della Giunta del Comune di Vieste è inesistente. Appena l’autobus della Sita proveniente da Foggia si arresta nel capolinea sulla frontiera turco siriana, un distinto signore di nazionalità argentina, mi chiede: “Posso farle una confidenza?”. Annuisco, sicuro che mi avrebbe fatto i complimenti per la bellezza della costa. Con calma compassionevole, pronuncia le seguenti parole: “Pensavo di vivere nel Terzo Mondo. Voi state peggio”. E’ soltanto grazie all’abilità dei conducenti degli autobus delle linee urbane, extraurbane e nazionali e del prezioso contributo della Polizia Municipale, che quotidianamente si evita la strage perché l’ingresso e l’uscita degli autobus del capolinea di guerra, è di una pericolosità inaudita. E’ l’unico capolinea dell’Anatolia che ha l’ingresso e l’uscita in una curva e dove si tengono le prove per conseguire la patente per la moto. Durante il mercato quindicinale la Sita è costretta a fermarsi nella via che collega le due rotatorie, trasformato in parcheggio, tra un traffico impazzito, per far salire e scendere gli esterrefatti turisti che pensavano di stare in vacanza nei confini nazionali. All’interno del capolinea, la superficie di parcamento degli autobus con gli stalli non è segnato, un corridoio per i pedoni è una chimera. Durante la stagione dei monsoni è consigliabile l’uso di un sup. Quando si tiene il mercato quindicinale, sembra di essere catapultati in un angolo di India. A complicare la situazione, Il traffico proveniente da Viale Italia incrocia il traffico proveniente dalle due rotatorie. E’ il panico, complice l’abitudine dei residenti provenienti da Viale Italia di non rispettare l’obbligo di svolta a destra. Gli autisti degli autobus in uscita dal capolinea devono guardare con estrema attenzione al traffico proveniente dai Quattro Palazzi, poi devono fare attenzione agli autoveicoli provenienti dalla “rotatoria di Soldano” che non danno precedenza, devono aspettarsi il mancato rispetto dell’obbligo di svolta a destra da parte dei conducenti provenienti da Viale Italia e infine prevedere le manovre dei conducenti che hanno parcheggiato le loro macchine o camion davanti all’ingresso del vicino market. Poi ci sono i pedoni che devono raggiungere il capolinea per prendere l’autobus, ritirare la macchina nel parcheggio o per far la spesa al mercato quindicinale. Perchè devono assumersi tutta questa responsabilità per una scelta del comune di Vieste? Ci mancavano soltanto gli autoveicoli rimossi ma fortunatamente la depositeria è stata trasferita a Punta Santa Croce per la fortuna del titolare. Coloro provenienti da Viale Italia che rispettano l’obbligo e devono recarsi sul lungomare Europa, complice il divieto di accesso in via della Repubbica in direzione del porto, che autorizza molti residenti a parcheggiare sui marciapiedi, è costretto a spararsi Giovanni XXIII e raggiungere la “rotatoria del Box 19”, per poi immettersi sul lungomare Europa. Geniale. Cosa nascondono questi divieti e obblighi di svolta? Il parcheggio del lungomare Europa ha assunto le sembianze di un checkpoint militare che non svolge più le sue funzioni.

Com’è possibile che il sindaco Nobiletti non veda tutto questo? Non frequenta Punta San Francesco, non prende l’autobus per recarsi a Foggia? Dove vive? A chi non ha una reale percezione del rischio si consiglia, a tutela della propria incolumità, molta prudenza quando si trova nelle vicinanze della rotatoria di Circiello.      

I proprietari dei cani del civile quartiere residenziale lamentano l’assenza del punto luce in via Don Tonino Bello che era diventato il pisciatoio sotto la finestra della mia stanza da dove vedevo i cani e i proprietari dei cani tentare di nascondersi dietro le macchine mentre i cani svolgevano i loro bisogni urinari, accompagnati a volte da qualcosa di solido, sempre, fortunatamente, ad opera dei cani. Il palo dell’illuminazione pubblica in via don Tonino Bello caduto il 26 agosto 2018, già oggetto di una narrazione istituzionale fantasmagorica, in pure stile Lega 5 Stelle, drammatica e comica allo stesso tempo, è ancora lì, sul marciapiede, in attesa di essere rimosso dal capitano James T. Kirk. I fuggiaschi, ovviamente turisti, in realtà, dopo una lunga attesa che qualche Cristo mettesse in sicurezza l’area, testimoniata da un testimone eccellente dal notevolissimo senso civico, indiavolato in mille chiamate telefoniche, hanno preferito ascoltare la parola del Signore. L’altro palo dell’illuminazione pubblica in via dell’Antico Porto Aviane rimane ancora senza proiettore e senza luce. In seguito a un fuori pista si è trasformato in un palo ornamentale. Sempre in via dell’Antico Porto Aviane, le macchine continuano ad essere parcheggiate su entrambe le corsie all’altezza del market Bontà e la domenica nella rotatoria antitraffico, in attesa della legalizzazione scolastica certificata dalla presenza dei vigili urbani che devono garantire l’incolumità dei bambini messa a repentaglio dai loro genitori interdetti al cammino. Vi ricordate la percezione del rischio? Prima o poi qualcuno in via dell’Antico Porto Aviane sarà ammazzato. Finito il cantiere edile nei possedimenti dei Soldano, la recinzione arrugginita e le piante infestanti fotografano il degrado a cui ci siamo assuefatti.

Il sindaco del Comune di Vieste è l’unico a non rendersi conto che dopo una prima valutazione medica al Punto di Primo Intervento di Vieste è abitudine farsi accompagnare al Pronto Soccorso della Casa Sollievo della Sofferenza per una valutazione ospedaliera, complessiva, anche se dimessi da Vieste con codice verde, diagnosi di cefalea e gocce di novalgina. Arrivati a San Giovanni Rotondo con gli stessi sintomi a distanza di novanta minuti, il dottore del Pronto Soccorso conferma il codice ma la valutazione, probabilmente da protocollo medico legale, è diversa: tac in dieci minuti, visita neurologica immediata e conseguente risonanza magnetica ambulatoriale. I conti non tornano. A parità di diagnosi, con codice verde, a chi si reca al Pronto Soccorso di Padre Pio è garantito un approfondimento medico diagnostico grazie alle risorse proprie di un ospedale. Viceversa, al Punto di Primo Intervento di Vieste, il dottore di turno non può che rimandare il paziente al proprio medico di famiglia per le valutazioni del caso che non sono immediate. Alla Coppitella il sindaco del Comune di Vieste mi deve spiegare dove chi accompagna i bisognosi di cure può parcheggiare l’auto per raggiungere il Punto di Primo Intervento perché tra divieti di sosta e divieti di accesso l’alternativa è parcheggiare a Villa Coppitella e trasferire a piedi al Punto di Primo Intervento chi abbisogna di cure. Anche i turisti più affezionati a Vieste hanno compreso l’idiozia di avere un Punto di Primo Intervento con un solo medico e, dopo pericolose valutazioni personali, si recano direttamente al Pronto Soccorso della Casa Sollievo della Sofferenza, per non aspettare il proprio turno a Vieste vista la coda che di solito si forma nei mesi estivi. Grazie all’asimmetria informativa, gruppi e carovane di pensionati, che fanno la fortuna di Vieste nei mesi di bassa stagione e che affollano l’Hotel degli Aranci, sicuri di trovare sempre un parcheggio gratuito, non conoscono la verità sullo stato della sanità a Vieste.

Mai si dovrebbe autorizzare l’occupazione di spazi ed aree pubbliche davanti all’ingresso di una cabina Enel potenzialmente soggetta ad esplosione e incendio. Siamo alla follia sotto gli occhi del sindaco. Com’è possibile che il sindaco non veda nulla?

In una bella piazzetta di Vieste, protetto dalla foresta di mangrovie (che follia), è possibile cenare con Padre Pio che ti guarda negli occhi e ti fa sentire in colpa per quello che mangi. Nel centro storico, con il gioviale Diego Della Malva, che ti guarda sempre negli occhi dal vicinissimo balconcino con vista sull’incredibile pedana del vicino ristorante, ovviamente autorizzato dal Genio Civile, dal comune di Vieste e dalla Soprintendenza dei Beni culturali ma assolutamente non in armonia con la storia e la bellezza. Il sindaco mi deve spiegare come pensa di mettere in sicurezza, in caso di necessità, i clienti dei ristoranti accessibili da via Judeca vista la fragilità di questa via e il rischio crollo della scalinata posta nelle immediate vicinanze, sempre circondata da tavolini che il sindaco non vede. Quale potrebbe essere la reazione dei palazzi in via N. Cimaglia in seguito al crollo della scalinata che porta alla ripa? Il sindaco è mai stato in via Judeca?

L’evoluzione inciampa, la scimmia nuda balla, Occidentali’s Karma.

Lazzaro Santoro