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Al 118 sciopero della fame

Vico del Gargano  Un’azione estrema: sciopero della fame. È la protesta che i quasi 50 autisti del servizio 118 del Gargano Nord hanno promesso di avviare se non saranno adottati provvedimenti finalizzati alla stabilizzazione del proprio impiego. Si sono ritrovati nella sala consiliare del comune di Vico del Gargano per dare voce al proprio disagio, di lavoratori precari a 700 euro al mese. Una faccenda che riguarda gran parte della Puglia, tanto che da tempo è stata presentata una proposta di modifica dell’articolo 2 della legge regionale numero 14 del 2005, che prevede la trasformazione dei lavoratori precari del 118 in contratti a tempo indeterminato. Gli autisti chiedono stabilizzazione com’è avvenuto per medici e infermieri del servizio 118, un servizio che in Puglia è in gran parte affidato ai privati, che controllano 86 delle 129 postazioni esistenti. Le condizioni in cui sono costretti a operare gli addetti dell’emergenza-urgenza sta esplodendo in tutta la Puglia, ma è da un comune di poco più di 8mila abitanti  a sollevarsi l’ultimo grido allo scandalo. «È arrivato il momento di dire  basta a questo sfruttamento», hanno dichiarato gli autisti del 118 del Gargano nord. Alcuni mesi fa, la direzione dell’Asl Fg/2, aveva previsto per le 12 postazioni 118 della Capitanata la convenzione con il volontariato, mentre per le tre postazioni situate nel capoluogo foggiano è stato previsto  l’affidamento del servizio alle cooperative tramite bando. Una differenza  di trattamento che non era andata giù ai sindaci di diversi comuni della  provincia. «Stiamo programmando dure forme di protesta – annunciano alcuni autisti– tra cui lo sciopero della fame e l’organizzazione di  una manifestazione davanti alla sede della Regione Puglia. Il servizio  di emergenza non può più reggersi sul precariato, soprattutto se viene richiesto un servizio 24 ore su 24 con una maggiore richiesta  di competenza». Gli operatori del 118 lavorano tra mille disagi salvando la vita a diverse persone e non viene  riconosciuto loro alcun diritto.  A fronte di un aumento di fondi a disposizione di ciascuna postazione (11mila euro anziché 6.500),  gli operatori del 118 percepiranno sempre lo stesso rimborso. La situazione delle squadre che operano nell’emergenza-urgenza è simile in tutti i centri  della Puglia: il precariato, la scarsa formazione del personale e la mancanza  di medici e infermieri sono i problemi che non permettono un servizio capace  di rispondere pienamente alle esigenze del territorio. In Capitanata, una  delle province geograficamente più estese d’Italia, alle difficoltà riscontrate in tutta la regione si aggiungono i problemi relativi alla viabilità disastrata  che rende difficile, a ciascuna unità del 118, riuscire a raggiungere velocemente i paesi privi del servizio e non presidiati nemmeno dalla Guardia Medica. In provincia di Foggia, su un territorio che conta 64 comuni, sono attive 15 postazioni. Soltanto tre sono medicalizzate, cioè possono  usufruire del lavoro di un medico a bordo dell’ambulanza. Anche il capoluogo, dove sono al momento attive tre squadre per l’emergenza-urgenza, avrebbe bisogno di almeno un’altra postazione.