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Acqua, la stangata nella bolletta Aqp: aumento a sorpresa retroattivo

Conguaglio da gennaio 2018 nella prossima fattura: 4 centesimi in più nella fascia agevolata, 10 centesimi in quella di 110 e 246 mc di consumo annui. Aqp: non siamo noi a decidere

A giugno si disse ufficialmente che non ci sarebbe stato alcun aumento, il regalo di Natale sta arrivando in questi giorni per circa un milione di utenze gran parte delle quali di tipo domestico: un aumento sulle tariffe dell’acqua con costo retroattivo. Proprio così il costo dell’acqua sale (con valore retroattivo al 1° gennaio) di 4 centesimi al metro cubo per la fascia agevolata (che è stata ampliata da 73 a 76 metri cubi), di circa 10 centesimi nella «p1» (il range compreso tra 110 e 146 mc) e di 22 centesimi in quella massima (oltre i 256 mc).

Tale incremento – tecnicamente definito «articolazione tariffaria» – è stato adottato dall’Autorità idrica pugliese (Aip) nella riunione del 16 novembre scorso e poi approvato dall’Arera (l’Autorithy nazionale), meccanismo che Aqp si limita ad applicare in quanto ente gestore: insomma, è il classico ping pong di competenze – rigorosamente stabilite da una selva di norme e regolamenti – in cui venirne a capo diventa davvero un’impresa. Va precisato che oltre ai consumi le tariffe servono a finanziare gli investimenti, quelli che dovrebbero metterci al riparo dalla perdite.

La notizia è che i cittadini troveranno il conguaglio nelle bollette dell’ultimo trimestre (in parte sono già arrivate) perchè la delibera è stata pubblicata il 20 novembre e prontamente recepita da Aqp in concomitanza con l’invio della quarta bolletta (una coincidenza). La bolletta – va ricordato – comprende anche il costo della depurazione e della fognatura, che per gli utenti domestici non è aumentata. Aumenta invece per tutti (tre euro l’anno) la quota fissa, che per gli utenti domestici passa a 23,78 euro.

Una decisione quasi passata in sordina ma che potrebbe ingenerare confusione: tra gli «obiettivi» della nuova tariffa c’è infatti la possibilità di ottenere una agevolazione che terrebbe fuori i condominii (219.534 utenze) anche se di fatto l’aumento riguarderà oltre un milione di utenze, buona parte delle quali (oltre 719.165) sono di tipo residenziale. 

L’Autorità idrica pugliese attualmente è presieduta da Nicola Giorgino, sindaco di Andria, e del direttivo fanno parte il vicepresidente Carlo Salvemini – Sindaco di Lecce, Pompeo Molfetta, sindaco di Mesagne, Antonio Decaro, sindaco di Bari e Michele Merla, sindaco di San Marco in Lamis. Alla decisione del 16 novembre erano assenti i sindaci Decaro e Salvemini.

 

AUTOCERTIFICAZIONE PER IL NUCLEO FAMILIARE – La novità è che la tariffa agevolata (quella più bassa) è ora determinata sulla base di 50 litri al giorno per componente del nucleo familiare, con un minimo di 4 componenti: significa che l’aliquota inferiore (che ora è pari a 0,80 euro a metro cubo, contro gli 0,76 del 2017) si applica per i primi 76 metri cubi (prima erano 73). L’anagrafe tariffaria di Acquedotto non contiene dati relativi al numero di componenti delle famiglie, per cui – ha stabilito l’Aip – le famiglie numerose dovranno presentare una autocertificazione, anche tramite il call center: ogni componente in più allarga la fascia base per il costo dell’acqua di 19 metri cubi l’anno. 

Per gli utenti industriali, invece, l’Aip ha introdotto un meccanismo più articolato che che tiene conto della qualità dei reflui scaricati in fognatura. Una applicazione del principio «chi inquina paga». 

Sulla vicenda acqua, ormai da anni, un raggruppamento di associazioni di rappresentanza delle categoria di proprietari, amministratori condominiali e consumatori – ha avviato una pressione nei confronti dell’asp presentando anche interpelli all’arena. «Purtroppo – precisa Mauro Simone, presidente Alac – siamo di fronte a un muro di gomma. – Aqp sostiene di non avere potere sulla tariffe e rimanda all’Autorità idrica pugliese che a sua volta rinvia all’Arera, l’Authority che si appella alle norme di regolamentazione del sistema idrico nazionale. Da noi si rivolge continuamente gente che ci chiede aiuto a interpretare le bollette». Insomma, un circuito chiuso. E il contatore gira.

Nicola Pepe

gazzettamezzogiorno