Non si è fatta di certo attendere la replica dell’ex presidente del Parco Nazionale del Gargano, Matteo Fusilli, all’indomani delle accuse piovutegli addosso da parte della Procura di Foggia che lo ritiene responsabile di abuso d’ufficio insieme al direttore dell’ente Matteo Rinaldi.
Una vicenda che risale a sei anni e sembra legata ai rapporti intercorsi tra il discusso ex agente 007 Mario Scaramella (è un avvocato partenopeo, consulente di sicurezza salito alla ribalta internazionale nel 2006 in seguito all’avvelenamento dell’ex agente russo Aleksandr Litvinenko, arrestato per traffico d’armi) e l’Ente Parco. Nel mirino degli inquirenti gli affidamenti dati da Fusilli a Scaramella per gli abbattimenti degli immobili abusivi nell’area protetta. La Procura di Foggia è stata "investita" dalle indagini, per via della competenza territoriale, perché sulle tracce del controverso Scaramella, da tempo c’erano i Carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) di Roma. Fusilli non ci sta al silenzio e spiega il contesto in cui si operava: “Come si fa a non tenere conto che il Gargano per decenni è stato martoriato dagli abusi, senza che nessuno avesse mai alzato un solo dito. L’istituzione del Parco era servita anche per dare un segnale forte, e imprimere una inversione di tendenza di fronte a fenomeni esponenziali. Chi non ricorda le barricate dei sindaci che si opponevano agli abbattimenti di manufatti abusivi? Noi all’epoca ci informammo e prendemmo contatti con il Parco del Vesuvio là dove un organismo riconosciuto aveva operato abbattimenti anche a strutture di proprietà della camorra. Era un organismo di diritto quello di Scaramella, partecipato dall’università di Napoli. Scaramella era peraltro un giudice onorario, nominato dal Csm, consulente di varie procure. E proprio su queste basi si predisposero gli atti e le modalità per l’affidamento. Non si può oggi delegittimare soltanto e non mettere in risalto questa azione dimenticando il contesto in cui si agiva, operava per il bene del Gargano. Abbattimenti furono fatti a Peschici, Rodi, Vieste, Cagnano Varano. A Vieste venne individuato un immobile di proprietà di un pregiudicato. Fu dato un segnale molto netto, deciso, che doveva proseguire. On seguito se ci sono stati vizi formali io non lo so, ma ia questione mi era sempre parsa come una azione per il bene dei Gargano e contro il dilagante fenomeno dell’abusivismo». In quegli anni – sostengono dalla Procura – dalle casse dell’ente Parco furono sborsati 363mi1a euro circa a favore di Scaramella. Come si ricorderà negli anni 2002 e 2003 la Eccp, società riconducibile appunto a Scaramella. La procura foggiana vuole vederci chiaro sul perchè l’incarico alla Eccp dell’ex consulente della Commissione Mitrokhin, venne affidato senza espletare alcuna procedura di gara.