Strade a pezzi e pini anneriti, a Peschici ancora segni dell’incendio di luglio. Pepe: “turismo e prevenzione per rinascere”. Regione ieri assente.
La differenza c’è. E si sente: 22-24 gradi contro i 44-48 – esattamente il doppio – del 241uglio 2007. Il senso della vista, però, fatica a trovare novità eclatanti: e quelle che ci sono non sono positive. Percorrendo la strada degli incendi, quelli che dieci mesi fa distrussero mezzo Gargano – così come hanno fatto ieri i ciclisti del Giro d’Italia nella sesta tappa della grande corsa in rosa – la prima novità che si incontra è un agglomerato di scheletri di palazzine a ridosso del porto di Mattinata: montagna scavata, cemento a vista e, chissà quando, appartamenti residenziali con vista mozzafiato. Non un bel biglietto da visita per chi su questa tappa aveva puntato gran parte delle fiches della rinascita del Gargano, fin dalla Bit di Milano dello scorso febbraio (la tappa del Giro era uno dei tre eventi su cui far leva per la rinascita insieme al Five festival Sud system e alla guida del trekking): assessorato al Turismo della Regione Puglia, ieri peraltro assente – nelle figura dell’assessore regionale Massimo Ostillio – prima, durante e dopo la manifestazione. Tra un manto stradale rifatto a «pezzi» – la Provincia ha rattoppato solo alcuni tratti, probabilmente a causa di risorse insufficienti – la corsa si inerpica sul Gargano in direzione Vieste: in questa zona la magnifica giornata e la lontananza dall’epicentro degli incendi dello scorso anno mette in vetrina il meglio della costa, da Baia delle Zagare a Pugnochiuso. Da Baia dei Campi a Vieste, passando per l’arco di San Felice, le ferite del fuoco cominciano a bruciare: dinanzi a un mare cristallino la distesa di alberi bruciati ricorda a ciclisti e appassionati lo scempio di dieci mesi fa. Dopo Vieste la carovana del Giro avrebbe dovuto inerpicarsi lungo la litoranea per Peschici che l’anno scorso inghiottì tra le sue fiamme tre vittime: una protesta dei corridori ha tagliato la tappa (comunque la più lunga del Giro) di 34 chilometri, con tragitto spostato sulla strada interna: un peccato per chi – come l’amministrazione comunale di Peschici – aveva puntato molto sul ritorno promozionale della tappa; ma forse anche una fortuna perché nel tratto che collega lungo il mare Vieste con Peschici il verde rigoglioso non c’è più. C’è tanta voglia di ricominciare, come dimostrano alcuni lidi già pronti a ospitare i turisti come quelli di Baia San Nicola; ma anche tante difficoltà (come nella Baia di Manaccora) e ricostruzioni affrettate, per non far sfumare la stagione prima ancora che cominci. Forse anche per questo il «taglio» della tappa suscita poche polemiche: ce ne sono state fin troppe in passato, dalla causa degli incendi ai fondi promessi e mai arrivati. E così il neo sindaco di Peschici Domenico Vecera parla di «sfortunata coincidenza» e il presidente della Provincia di Foggia – anch’egli di fresca nomina – Antonio Pepe, preferisce sperare «in una buona stagione turistica: la macchina sta ripartendo a pieno regime ma per il futuro dobbiamo pensare anche a prevenire eventi del genere». Il pensiero della Regione non è dato saperlo: così come alla Bit, nulla di specifico è stato fatto per far ripartire il Gargano se si esclude la promozione attraverso una tappa del Giro d’Italia. Ma forse a Via Capruzzi si sono dimenticati di segnare la data sul calendario.