Rivolta dei cappuccini a Giovanni Rotondo nel nome di padre Pio: i frati hanno dato mandato ad un avvocato del foro di Salerno, Michele Tedesco, di verificare la sussistenza di ipotesi di reato riguardanti il «turbamento delle coscienze dei pellegrini cristiani» dopo il ripetersi di «voci calunniose» sulla presenza effettiva delle spoglie del santo nel reliquiario esposto nella cripta della chiesa di Santa Maria delle Grazie.
«Abbiamo sopportato paziente, mente voci e rumori infondati fin quando erano rivolti contro le persone dei frati e contro il nostro Ordine, ma a questo punto-dice il portavoce della Provincia religiosa dei cappuccini, frate Antonio Belpiede – viene turbato il senso religioso dei fedeli e lo stesso ordine pubblico e per questo motivo ci è sembrato doveroso dare mandato al nostro legale di difendere la verità e l’armonia che ne consegue, per il bene comune». Ad innescare la miccia, un altro avvocato: Francesco Traversi annuncia la presentazione dell’ennesima denuncia alla procura della Repubblica di Torino nei confronti dei frati cappuccini, responsabili di violazione di sepolcro. «Trova conferma» spiega «il fatto che il sepolcro era stato già aperto prima della notte del giorno della riesumazione del 2-3 marzo 2008. Dalle fotografie esibite da Alberto Festa, nipote del medico di padre Pio, risulta che i sigilli di ceralacca apposti sui bordi del vetro sotto la copertura di zinco erano stati manomessi in precedenza». I frati replicano indispettiti: «È una notizia falsa. Si tratta di fantasiose ipotesi ed è opportuno precisarlo per evitare che la verità storica possa essere alterata dalla pretesa di fare scoop senza un adeguato controllo delle fonti. Dai documenti ufficiali del comune di San Giovanni Rotondo si apprende che il giorno 24 settembre 1968, alle ore 2,45, fu effettuato un accertamento necroscopico sul corpo di padre Pio e avvenne la sostituzione della bara. Al posto di quella ordinaria venne utilizzata quella a tre strati con la quale il santo è stato sepolto e sulla quale fu possibile collocare una lastra di cristallo. Su questa lastra i sigilli di ceralacca furono apposti nel pomeriggio del 24: alle ore 18. Il giorno successivo, 25 settembre, fu effettuata una ulteriore ricognizione della salma previa asportazione e successiva applicazione dei sigilli. La stessa cosa avvenne il 26 settembre, prima della tumulazione. Ma questa volta,dopo la saldatura a fuoco della cassa di zinco, i sigilli definitivi furono apposti alla cassa di metallo e non più sul vetro».