Qualche rassicurazione che in pratica alimenta nuovi dubbi: sul raddoppio della Termoli-Lesina neanche l’intervento Barbara Lezzi, ministro per il Sud, rasserena gli animi. «L’opera — ha detto il ministro rispondendo, nel corso del question time alla Camera, a una interrogazione riguardante la tratta di alta velocità Napoli-Bari — è interamente coperta da apposito finanziamento per un importo complessivo di 700 milioni suddiviso in due lotti funzionali: Termoli-Ripalta (594 milioni) e Ripalta-Lesina (106 milioni). Allo stato attuale è stata completata la progettazione del lotto Ripalta-Lesina ed è in corso la relativa attività negoziale che sarà ultimata entro il primo semestre di quest’anno. Per il lotto molisano è in corso il completamento della progettazione definitiva e da maggio 2019 sarà avviato l’iter autorizzativo. Sarà attivata entro il 2026». Subito è arrivata la replica della Cgil che sul tema ha avviato una campagna per tentare di togliere l’«imbuto» di binario unico (poco mendo di 30 chilometri) che umilia il Mezzogiorno. «La risposta del ministro — attacca Giuseppe Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia — getta ulteriori ombre se non la certezza che almeno il raddoppio della Termoli-Lesina non si farà. Mentre stanno partendo i lavori per la realizzazione del raddoppio dei 6 chilometri del tratto pugliese, resta nelle nebbie di fumose dichiarazioni che non trovano alcun riscontro in atti amministrativi coerenti il tratto molisano: Termoli-Ripalta. Il governo ha scelto di non scegliere tra il progetto di affiancamento all’attuale binario che è già dotato di progettazione esecutiva e relativo finanziamento di 594 milioni e quindi immediatamente cantierabile e la variante di totale affiancamento della ferrovia alla A14 che però, stando a quanto affermato dallo stesso governo non ha ancora un progetto esecutivo, non ha neanche iniziato l’iter autorizzativo, la valutazione di impatto aziendale e, soprattutto, non ha copertura finanziaria». «È ora di dire basta — conclude Gesmundo — a un balletto di rimpallo di responsabilità che produce solo il risultato di rinviare sine die un’opera fondamentale per i cittadini, il sistema delle imprese».