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Scontrino fiscale elettronico dal 1° luglio: le categorie esentate. Cosa cambia per clienti e commercianti

A partire dal 1° luglio 2019 i soggetti con volume d’affari superiore a 400 mila euro saranno obbligati a cambiare i registratori di cassa e passare alla trasmissione dei corrispettivi in modalità telematica: insomma, spariranno gli scontrini fiscali in formato cartaceo. A stabilirlo è stato il decreto 119/2018, legato alla legge di Bilancio 2019. I negozianti dovranno dunque collegarsi direttamente all’Agenzia delle Entrate attraverso un registratore digitale o, per chi volesse rimanere con il modello analogico, adattandolo con un software specifico. Una grande novità è data dal fatto che questo obbligo si estenderà a tutti i titolari di partita IVA dal 1° gennaio 2020. Le prime a essere esonerate dallo scontrino fiscale sono le categorie che già erano state escluse nel 1996 (Dpr 696, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 30 del 6 febbraio 1997) dall’obbligo di certificazione dei corrispettivi tramite scontrino o ricevuta fiscale. A confermarlo sono stati i tecnici del Mef, dopo aver invitato i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei professionisti a un rapido giro di tavolo. Le categorie coinvolte sono tante: – tabaccai (e chi vende beni esclusivi dei Monopoli) – venditori di carburanti – giornalai – notai (in caso di prestazioni che prevedono onorari e diritti) – venditori di prodotti agricoli (compresi e i venditori di caldarroste) – sarte e calzolai (privi di collaboratori) – coloro che somministrano alimenti in mense aziendali e scolastiche – venditori di bevande e panini negli stadi e nei teatri – agenzie di viaggio (quando prenotano servizi per conto del cliente) – farmacie comunali – fumisti – arrotini itineranti – gondolieri di Venezia – stabilimenti balneari (limitatamente ai servizi relativi alla balneazione) Lo scontrino elettronico sarà obbligatorio per tutte le categorie che esercitano il commercio al minuto (come previsto all’articolo 22 del Dpr 633/1972) e che non sono tenute all’emissione della fattura elettronica, se non richiesta esplicitamente dal cliente. Le categorie non esentate dovranno, dunque, dotarsi di un registratore di cassa adeguato. Chi ne acquisterà uno nuovo tra il 2019 e il 2020 si vedrà riconosciuto un bonus fiscale, con un credito d’imposta pari al 50% della spesa fino a un massimo di 250 euro. Chi invece adatterà il “vecchio” registratore di cassa, potrà ottenere un contributo fino a 50 euro. Il credito di imposta potrà essere utilizzato in compensazione dalla prima liquidazione dell’IVA, immediatamente successiva al mese dell’acquisto o dell’adattamento del registratore. Se il 1° luglio 2019 è la data di inizio dell’obbligo dello scontrino elettronico per i contribuenti con un volume d’affari superiore ai 400 mila euro, il 1° gennaio 2020 è il giorno nel quale questo obbligo toccherà anche a tutti i titolari di partita IVA. Lo scontrino elettronico completa così il processo di certificazione fiscale che era cominciato con l’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica. Questo dovrebbe semplificare le operazioni di certificazione dei corrispettivi, dall’eliminazione del registro dei corrispettivi agli scontrini e le ricevute fiscali. Inoltre, migliorerebbe per l’Agenzia delle Entrate il controllo dell’evasione fiscale e il processo di digitalizzazione del Paese. I titolari di partita IVA dovranno entro la data dal 1° gennaio 2020 dotarsi di registratori telematici con cui registrare e trasmettere in maniera sicura all’Agenzia delle Entrate i corrispettivi. Massimiliano Jattoni Dall’Asén corrieredellasera