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Passate estorsioni a Vieste: inammissibile ricorso di Raduano. Coinvolto boss deceduto

Con sentenza di recente pubblicazione, la Corte di Cassazione – oltre all’inammissibilità del ricorso del Procuratore Generale – ha dichiarato inammissibili i ricorsi proposti nell’interesse di Colangelo Domenico (San Giovanni Rotondo, 26 agosto 1978), Notarangelo Giambattista (Vieste, 06.02.1972), Raduano Marco (San Giovanni Rotondo, 14.09.1983), Azzarone Liberoantonio (Modena, 21.02.1990) nell’ambito di un procedimento che ha visto il coinvolgimento complessivo di 7 indagati (due i deceduti: Notarangelo Angelo, 27.11.1977, deceduto il 25.01.2016, e Gianpiero Vescera, Foggia 11.07.1989, deceduto il 03.09.2016, un altro non inerente), contro una sentenza della Corte di Appello di Bari (del luglio 2017) che, in relativamente alle impugnazioni del Procuratore della Repubblica e degli imputati contro la  sentenza del Tribunale di Foggia del febbraio 2014, aveva riformulato ampiamente quest’ultima.

La vicenda riguarda, oltre a una ricettazione, “una serie di estorsioni consumate  e tentate nel territorio di Vieste (FG) fra il 2002 e il 2010″.

Si erano costituiti parti civili nel grado di merito: 6 privati, l’Associazione Antiracket di Vieste, il Commissario straordinario del Governo.

Tra gli episodi presi in esame: “una estorsione continuata della quale sono imputati in concorso Notarangelo Angelo (deceduto fra il primo e secondo grado del giudizio) e Raduano Marco, a  carico di una titolare di una attività di noleggio di slot-machine“. Contro la stessa “i  due imputati avevano dapprima manifestato l’intenzione di svolgere la sua stessa attività, e poi – di fronte alla resistenza opposta a corrispondere loro del denaro – avevano contattato direttamente i clienti” (..) nella zona, proponendo loro di cessare di noleggiare da lui e di rivolgersi a loro, anche in virtù del loro peso criminale“. La vittima dei fatti “aveva quindi iniziato a pagare loro la somma di 800 euro al mese, corrispondendo in quanto costretto una prima rata semestrale di 4.800 euro: Notarangelo gli aveva dapprima comunicato che la questione non poteva essere risolta “con pochi soldi”, anche  perché da quel momento in poi a Vieste avrebbero pagato tutti. A fronte del ritardo nel versamento della prima rata semestrale” la vittima dei fatti “aveva subìto il furto del suo camion, che poi aveva ritrovato dopo aver assicurato a Notarangelo (il quale gli aveva spiegato che ciò era accaduto perché lui non aveva pagato) che avrebbe immediatamente saldato. Ancora, alla scadenza del secondo semestre”, (la vittima) aveva patito l’incendio di una roulotte di cantiere, e Notarangelo l’aveva collegata alla contrarietà espressa verso Raduano dal custode del cantiere (…)”.

Alla scadenza del quarto semestre (la vittima dei fatti,ndr) aveva comunicato ai due imputati di non essere più nelle condizioni di pagare, e dopo un mese gli era stato rubato del denaro dal suo ufficio e vi era stato l’incendio di tre automezzi. Per tale delitto la CORTE territoriale, oltre a dichiarare di non doversi procedere per morte dell’imputato relativamente a Notarangelo, rideterminava la sanzione inflitta a Raduano in primo grado in quella di 7 anni di reclusione e 6.000 euro di multa, riconoscendo l’aggravante del numero delle persone, che era stata esclusa dal Tribunale, il quale peraltro non aveva ritenuto sussistente neanche l’aggravante mafiosa (tale seconda esclusione trovava conferma in appello). In secondo grado erano altresì ribadite le statuizioni civili“.

StatoQuotidiano.it