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Regione/ “Il Consiglio intervenga subito sul Piano Casa”. Rischio speculazioni.

La legge che regola il Piano Casa – la n.14 del 2009 – emendata più volte negli ultimi tre anni sta generando incertezza nei territori e si profilerebbe anche un rischio di confusione nel mondo immobiliare, con l’eventualità che nuove costruzioni possano alterare gli equilibri di mercato: è questa la ratio della nota con cui il presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo, partendo dalle polemiche re­gistrate a Monopoli e ad Acqua­viva per la trasformazione di spazi ex industriali in residen­ziali – ha chiesto di intervenire tempestivamente all’assemblea legislativa per porre rimedio ad un quadro che non è affatto ras­sicurante. «Quella sul Piano Casa – spie­ga Loizzo – è una buona legge, sono le modifiche via via appor­tate che stanno determinando grandi difficoltà nei Comuni e nel settore edilizio. Il nodo? L’ap­plicazione della legge regionale n. 14/2009: sono numerose le incertezze interpretative, messe in rilievo anche dai giudici ammi­nistrativi che creano problemi agli uffici comunali, alimentano il contenzioso e va­nificano gli scopi per i quali è nata questa legge. L’obiettivo, infatti, era prioritaria­mente rilanciare l’economia sostenendo l’e­dilizia e migliorare la qualità del patrimonio residenziale». Poi c’è un passaggio tecnico: «La legge rispondeva – argomenta Loizzo – con equilibrio all’esigenza di intervenire sul patrimonio edilizio residenziale, secondo quanto sancito dall’Intesa Stato-Regioni-Au­tonomie locali del 1 aprile 2009, che aveva dato avvio al Piano Casa». Il tema cruciale è quello degli ampliamenti: fino al 20% erano riservati ai soli edifici residenziali non su­periori a 1000 me, gli inter­venti di demolizione e rico­struzione avevano un premio volumetrico del 35% (di cui all’art. 4, erano destinati agli edifici destinati a residenza, in misura pari almeno al 75 % della volumetria complessi­va). Da qui la querelle: «Le modifiche del testo hanno consentito di realizzare gli interventi derogatori non so­lo sugli immobili residenzia­li, anche su quelli non resi­denziali e misti, con possi­bilità di mutamento di desti­nazione. Soprattutto gli interventi di demo­lizione e ricostruzione sono ormai possibili, con la sola eccezione delle zone agricole, per trasformare edifici di qualsiasi natura in edifici residenziali. Si aggiungano così le inevitabili turbative del mercato immobi­liare create dalla possibilità di realizzare edifici residenziali al di fuori delle aree a ciò destinate dai piani urbanistici». Loizzo ha quindi rivolto un appello al consiglio re­gionale e all’assessore alla pianificazione territoriale Alfonso Pisicchio affinché si in­tervenga per riportare una linearità nella legislazione vigente. Immediata la replica di Pisicchio: «Ab­biamo già avviato un’analisi puntuale delle norme contestate al fine di favorire una cor­retta applicazione di uno strumento urba­nistico, quale il Piano Casa. Non vogliamo assolutamente paralizzare l’attività ammi­nistrativa degli uffici comunali, né tanto­meno vanificare lo spirito originario e in­novativo con il quale, esattamente dieci anni fa, nasceva il Piano Casa». L’assessore – che sta monitorando con i tecnici il caso Mo­nopoli – ha così fissato per martedì 9 luglio una riunione con Anci, Ance e diversi ordini professionali al fine di «concertare quegli opportuni correttivi normativi che possano favorire un’interpretazione univoca e chia­ra, al fine dì avviare l’eventuale correttivo legislativo necessario». Ieri la giunta ha, tra i provvedimenti licenziati, approvato e ammesso a finanzia­mento la proposta progettuale avanzata da Aqp sulla condotta sottomarina a servizio dell’impianto di depurazione consortile di Gallipoli e ha nominato i sub commissari dell’Agenzia regionale per le Attività Irrigue e Forestali (Arif): sono Vito Damiani e Fran­cesco Ferraro. I sei consiglieri regionali di C-Entra il futuro contestano il provvedimento perché Ferraro è ritenuto un esponente del «fronte antiscientifico sulla Xylella».