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Vivi sul mare con l’houseboat. Nelle acque del golfo di Manfredonia e di Vieste grazie alle sorelle viestane, Michela e Francesca Cariglia. Prevista la costruzione di 30 unità che saranno dislocate a Peschici, Rodi, Tremiti e Manfredonia.

La definizione tecnica è: «imbarcazione sulla quale è installata una casa di legno o altro materiale per abitazione temporanea o permanente, e che può spo­starsi per acque interne oppure anche per acque esterne, lungo le coste. In una parola houseboat, casa barca. Nel Paesi del nord, Olanda innanzitutto, è piuttosto frequente il ricorso ad una houseboat per una vacanza libera sul mare ma anche per altri usi come quello di abitarci anche stabilmente. Meno in Italia e quasi sconosciuta nel mare del Gar­gano. Almeno fino a qualche giorno fa, quan­do lungo lo specchio di mare prospiciente alla costiera di levante di Manfredonia, è apparsa una di quelle case galleggianti che tranquilla solcava il mare. A pilotarla l’imprenditrice Michela Cariglia che con questa novità as­soluta, scommette su un nuovo modo di fare turismo nautico, su un diverso filone che coinvolge numerose figure dell’economia nautica, su una nuova filosofia di concepire la vacanza al mare.

«La houseboat è per chi» dice la Cariglia «vuole trascorrere una vacanza tutto mare, senza i convenzionalismi dell’albergo, ma in piena libertà di fare ciò che vuole, come e quando meglio l’aggrada». Un settore in espansione quello rappresentato dall’houseboat, con una domanda in crescita. «Quella di una casa galleggiante in mare, libera da di­pendenze, ma anche confortevole, è una idea» aggiunge Michela Cariglia mentre si destreg­gia nella navigazione «che ho realizzata assieme a mia sorella architetto Francesca, e l’apporto logistico di mio fratello Alessandro e mio padre Algesiro, tenendo conto della composizione di una famiglia media: genitori con due figli». Il prototipo «Cariglia 1» messo in acqua ha come base uno scafo trimarano di 9,99 metri di lunghezza per 5,80 di larghezza e un’altezza di 1,90. E’ mosso da due motori fuori bordo di 20 HP ciascuno. «Misure che non richiedono» chiarisce Michele Cariglia «l’immatricola­zione della casa barca e il possesso della patente nautica per manovrarla e dunque può essere abitata e gover­nata da chiunque. Rientra nella ca­tegoria “C” secondo la direttiva dell’Unione Europea 94/25/CE, e dun­que può navigare con vento fino a forza sei e onde di altezza significa­tiva fino a due metri (mare molto mosso). Condizioni che assicurano larghi margini di sicurezza». Il «Cariglia 1» dispone di sei posti letto si­stemati in tre ambienti distinti, dei servizi bagno e cucina e di un salottino; il tetto è allestito a mo’ di solarium. «Questo prototipo» aggiun­ge Francesca Cariglia «è stato co­struito nei cantieri navali di Verona, ma abbiamo in corso trattative con cantieri navali di Manfredonia per la produzione di una serie di houseboat». Una nuova attività dunque per rilanciare le maestranze navali di Manfredonia. Prevista la costruzione di trenta unità che saranno dislocate a Vieste, Peschici, Rodi, Tremiti e Manfredonia, ma non sono escluse dislocazioni nella laguna veneta e finanche lungo il Tevere a Roma.

Michele Apollonio