Sanità da terzo mondo svanite tutte le promesse.
Per il Gargano confermato dalla giunta regionale quanto già si conosceva. Niente presidio ospedaliero. nonostante i tanti atti deliberativi promossi anche dalla stessa Regione che ne aveva riconosciuto necessità e urgenza. Il provvedimento dell’esecutivo di via Capruzzi non ha infatti modificato neppure di una virgola la proposta di Piano sanitario che, entro luglio, dovrà essere approvato dal Consiglio regionale. Dunque, tutto spostato verso il Nord barese e la parte meridionale della Puglia, l’interesse della Regione in materia di strutture ospedaliere. Dieci i nuovi ospedali che dovrebbero essere realizzati e, guarda caso, neppure uno in Capitanata, nè aumenteranno di un solo posto letto le strutture esistenti. I nuovi ospedali sono previsti nell’area Nord del barese fra Andria-Canosa-Minervino-Bisceglie-Trani; un altro per Conversano-Gioia del Colle-Monopoli-Noci-Putignano; altro per Cisternino-Fasano-Ostuni; ancora per Maglie-Poggiardo-Scorrano; uno per Copertino=Galatina-Nardò. Un nuovo ospedale è previsto per Taranto, un altro per Martina Franca, ancora per Grottaglie, e Manduria. A Bari è previsto un "Polo materno-infantile" che sarà punto di riferimento del Mezzogiorno e del Mediterraneo. E tutto questo nel silenzio più "assordante" da parte di amministratori locali e di enti intermedi, come se la questione "sanità" non fosse un’emergenza per la Capitanata, ma soprattutto per realtà territoriali sensibili. Il Gargano, in particolare, dimenticato e mortificato, nonostante che rappresenti un polo d’eccellenza per l’intera regione, per quanto riguarda turismo e qualità ambientale. Una risorsa di inestimabile valore per tutta la Puglia, tant’è che l’attenzione da parte dei flussi turistici è sempre in crescita. Promesse, soltanto promesse elettorali quelle degli attuali amministratori regionali. Non, dunque, una semplice dimenticanza, ma qualcosa di più: non si può pensare, infatti, che l’assessore alla sanità, Alberto Tedesco, lo stesso presidente della commissione sanità, Dino Marino, e, infine, il presidente dell’esecutivo regionale, Nichi Vendola, abbiano potuto dimenticare gli impegni assunti allorchè, in piena campagna elettorale, girarono, in lungo e largo, la Puglia per presentare il cosiddetto Il contropiano" al riordino ospedaliero di Raffaele Fitto che, non dimentichiamo, aveva con un solo tratto di penna già cancellato l’ospedale garganico. Il "contropiano" proponeva una diversa articolazione sul territorio regionale dei presidi ospedalieri. «Il processo di razionalizzazione della rete ospedaliera pugliese – si leggeva nel piano che veniva presentato da Alberto Tedesco, Dino Marino e altri esponenti del centro sinistra – deve necessariamente seguire la fase di riorganizzazione e di rafforzamento della rete distrettuale socio-sanitaria, all’interno della quale si articola l’assistenza sanitaria territoriale, da attuare, gradualmente, secondo una definizione territoriale riferibile alle dinamiche epidemiologiche e alla esigenza di riequilibrio».