Trovato un accordo per assicurai la copertura ai lavoratori della pesca dell’indennità 2019 che al momento non risultava coperta attraverso la legge di bilancio 2020. Lo annuncia, in una nota, la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova. Grazie alla misura, definita nel corso di un incontro con il Mef, sottolinea Bellanova, «sarà dunque assicurato il riconoscimento dell’indennità giornaliera pari a 30 euro per il periodo di sospensione dell’attività lavorativa nel 2019. Con questo primo risultato – afferma la Ministra Teresa Bellanova – garantiamo il sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti delle imprese adibite alla pesca marittima, compresi i soci lavoratori delle cooperative della piccola, per effetto dell’arresto temporaneo obbligatorio. Adesso, il nostro impegno prosegue in Parlamento perché possa divenire una misura strutturale, venendo in questo modo incontro alle esigenze del settore che – su questo specifico tema – sono state evidenziate anche nell’incontro di stamane» al Tavolo di consultazione permanente della pesca e dell’acquacoltura. Ma al Tavolo si è parlato anche degli altri temi caldi del settore. Per i quali serve un canale di comunicazione con l’Unione europea. A Bruxelles verrà portato l’altro dossier «caldo», la pesca del pesce sotto soglia, che deve essere rigettato in mare affinché si riproduca almeno una volta, per non incorrere nelle multe previste dalle norme europee. Queste regole, insieme a quelle sulla dimensione delle maglie delle reti di pesca, ha portato alle proteste e allo sciopero dei pescatori delle marinerie pugliesi, che sono stati ricevuti la scorsa settimana dalla Direzione Generale Pesca e che decideranno in base alle risultanze del Tavolo con le organizzazioni di categoria se proseguire o meno l’agitazione. Sulla questione Bellanova ritiene che si debba trovare «il giusto equilibrio tra le legittime aspettative delle imprese di pesca e la necessaria salvaguardia delle risorse ittiche: senza pesci in mare anche la pesca muore e le regole comuni servono e devono essere applicate da tutti, altrimenti ci rimettiamo solo noi e il mare». Per questo la capo delegazione di Italia Viva nel governo ha chiesto agli uffici tecnici del dicastero un approfondimento scientifico. «Voglio capire cosa dicono gli esperti – spiega al Tavolo – perché se, come è successo con le vongole, ci sono le condizioni scientifiche per discutere con Bruxelles, andremo a portare le nostre istanze in Commissione europea». Gli altri punti all’ordine del giorno sono stati: le disposizioni in materia di pesca del polpo e il divieto di pesca e coltivazione delle oloturie, più note come cetrioli di mare, imposto da un decreto ministeriale fino al 31 dicembre 201! per preservare l’ecosistema marino e la bio diversità. Il divieto di pesca delle oloturie, mol to richieste dal mercato asiatico, è un teme molto sentito in Puglia, per via degli ultimi sequestri per pesca illegale verificatisi a Torre Canne e a Taranto. Mentre l’applicazione del Piano europeo per il Mediterraneo Occidentale riguarda la risoluzione del parlamento europee sulla proposta di regolamento che istituisce : piani pluriennali per le attività di pesca che sfruttano gli stock demersali: molluschi, pesci e crostacei che si trovano nei fondali come seppie, merluzzi, naselli, triglie, spigole e gambero rosso. Secondo l’art. 11, la Francia, l’Italia e la Spagna non hanno permesso di conseguire gli obiettivi della Politica Comune della Pesca per ché hanno adottato piani di gestione del Regolamento 1967/2006 sullo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche non coerenti tra loro e che non tengono conto di tutti gli attrezzi utilizzati per la pesca demersale.