Nel 2020 arriverà l’ingiunzione di pagamento per le multe stradali, uno strumento alternativo alla cartella esattoriale a cui siamo abituati, che il Comune potrà utilizzare per recuperare le somme che il trasgressore non ha ancora pagato dopo che gli è stata notificata la multa. L’ingiunzione è infatti un ordine di pagamento, che viene emesso dal competente ufficio comunale, che concede 30 giorni per provvedere, pena il pignoramento dell’importo dovuto. Si tratta dell’ultimo atto del procedimento di accertamento del debito che quindi anticipa il pignoramento o il fermo, che per essere valido deve essere preceduto dalla comunicazione al debitore del dettaglio delle sua posizione debitoria. In assenza, infatti, l’ingiunzione fiscale sarà nulla.Questo strumento garantisce senza dubbio una maggiore autonomia ai Comuni, che proprio grazie all’ingiunzione di pagamento non sono costretti ad avvalersi degli agenti di riscossioni. L’opposizione all’ingiunzione di pagamento deve pervenire nel temine di 30 giorni al giudice di pace competente territorialmente. In mancanza, l’ente creditore procederà, per mezzo di un ufficiale giudiziario addetto alla pretura o di un usciere dell’ufficio di conciliazione, al pignoramento dei beni mobili del debitore, eccettuati quei mobili che per legge non possono essere pignorati.
Non è possibile suddividere le spese di riscaldamento in un condominio per il 50% in base al consumo e per il restante 50% in base ai millesimi. Lo ha deciso la Cassazione. Per gli Ermellini infatti, nel momento in cui in un condominio viene adottato un sistema di contabilizzazione del calore, le spese di riscaldamento dei condomini devono essere ripartite in base al consumo effettivamente registrato e non alla stregua delle tabelle millesimali. La quota da suddividere per millesimi deve riguardare solo la spesa generale di manutenzione dell’impianto e di combustibile non direttamente imputabile, perché legata alla dispersione termica dell’edificio, dovendosi pertanto accollare quella residua in proporzione ai consumi effettivi dei condomini.
Ai parenti che assistono giorno e notte la vittima di un incidente in stato vegetativo devono essere riconosciuti i danni riportati nel periodo in cui assistono il parente oltre a quelli dovuti in caso di morte. Lo ha stabilito la Cassazione ribadendo che: «A loro non spetta solo il risarcimento del danno per la morte del congiunto, ma vanno riconosciuti anche i danni non patrimoniali subiti per l’impossibilità di condurre, a causa dell’impegno e dello stato di angoscia, una normale vita sociale e relazionale per tutto il periodo in cui prestano assistenza al parente». L’invalidità civile comporta una serie di agevolazioni. Per tutti è prevista l’assistenza sanitaria, l’esenzione parziale del ticket a partire da un’invalidità superiore ai due terzi, cioè pari ad almeno il 66%, la completa deducibilità delle spese mediche generiche e di quelle relative all’eventuale assistenza sanitaria e la possibilità di detrarre il 19% delle spese relative all’acquisto di ausili sanitari e di altre spese mediche specifiche. Le agevolazioni fiscali, invece, riguardano l’acquisto di autoveicoli, qualora dal verbale di invalidità civile risultino importanti limitazioni alla capacità di deambulazione o alla vista. In questo caso si ha diritto all’acquisto auto con iva agevolata al 4%, la possibilità di detrazione del 19% della spesa sostenuta, l’esenzione dal bollo auto, il diritto al rilascio del contrassegno invalidi. Una importante misura di sostegno per gli invalidi civili consiste nella possibilità di iscriversi nelle liste speciali di collocamento presso i Centri per l’Impiego competenti, al fine di favorire l’assunzione agevolata dell’interessato. Le prestazioni economiche riservate agli invalidi civili vengono erogate solo per un’invalidità pari o superiore al 74%.
Altro Consumo, così come aveva fatto per Tim, ha inviato una segnalazione all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) chiedendo che venga interrotta la pratica scorretta dopo i tagli di ricarica più economici. Per camuffare questa operazione, l’operatore offre in cambio 3 giga di traffico dati all’utente da utilizzare entro un mese. Il meccanismo è piuttosto semplice, in pratica chi acquista una ricarica Vodafone da 5 o da 10 euro non ha più lo stesso importo corrispondente di traffico telefonico, ma si ritrova soltanto con 4 o 9 euro disponibili. In cambio l’azienda offre 3 giga di traffico internet che, però, devono essere consumati entro lo stesso mese. Non si tratta di una libera scelta, l’utente non ha infatti possibilità di fare altrimenti se non acquistare questa nuova modalità di ricarica o scegliere tagli superiori. Quindi, se non utilizza il traffico dati o se il suo piano tariffario ha già le soglie sufficienti per il proprio consumo, di fatto questi 3 giga aggiuntivi risulteranno del tutto inutili.