Il Consiglio di Stato decide che la scuola non doveva bocciare un piccolo studente di prima media e decreta la sua iscrizione alla seconda. Esiste ancora la scuola? No, è surrogata dalla magistratura. Capisco che la famiglia non accetti il giudizio della scuola sul proprio figlio (naturalmente sbaglia); capisco anche il suo tentativo di ribellarsi chiedendo giustizia al tribunale (naturalmente sbaglia). Cosa intende fare la magistratura?
Condannare l’insipienza degli insegnanti, salvaguardando i somari? È una grave delegittimazione della scuola, a favore di un incomprensibile principio etico. Se si ritiene che la scuola non possa bocciare, si faccia una legge e si lasci ai docenti il diritto di stabilire il valore di uno studente.
L’intervento della magistratura non solo delegittima la scuola, ma crea una frattura nel rapporto famiglia-scuola, vitale per la qualità dell’educazione dei ragazzi. Pensando di fare l’opposto si delegittima anche il ruolo della famiglia, che non si trova più ad avere un proprio spazio formativo, dal momento che deve farselo dare dalla magistratura stessa. Una penosa commedia degli equivoci, in cui la scuola ne esce umiliata, la famiglia sotto tutela legale, la magistratura sempre meno credibile.
Stefano Zecchi