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Monte S. Angelo/ L’arcivescovo Moscone incontra l’Ente Parco: “Il Gargano è meraviglioso ma è afflitto dai clan mafiosi”. Il presidente Pazienza ha chiesto la massima attenzione per l’area.

Collaborazio­ne e vedute comuni tra parco nazionale del Gargano e arcidiocesi. E’ il succo della visita, su invito del presidente dell’ente parco Pasquale Pazienza, di Padre Franco Moscone, vescovo dell’arcidiocesi Manfredonia-Vieste-San Gio­vanni Rotondo presso la sede dell’ente in via Sant’Antonio Abate 121a Monte Sant’Angelo.

«Affido alla sua preghiera il nostro impegno, mio e quello dei dipendenti dell’ente, in vista dei cinque anni di mandato che mi attendono alla guida del parco» ha detto Pazienza che ha poi sottolineato la necessità di «fare comunità, condizione indispensabile per riuscire negli intenti.

Maggiore sarà la coesione tra gli abitanti e le istituzioni» ha aggiunto il neo pre­sidente del parco del Gargano « più chiara e netta sarà l’identità dell’area protetta e maggiori saranno le pos­sibilità di essere attrattivi. Quindi por­te aperte e massima collaborazione da parte nostra».

«Sono d’accordo sulla richiesta di collaborazione» la pronta risposta del presule. Che nel suo intervento davanti ad una folta platea composita, fatta di assessori dell’ente parco nazionale del Gargano (Pasquale Coccia e Claudio Costanzucci), di sindaci (Franco Tavaglione ed altri) e amministratori, di dipendenti della struttura e familiari al seguito, ha fatto il punto della situazione in merito al suo mandato scattato a febbraio 2019: «Il Gargano prima di questo incarico» ha detto l’arcivescovo della diocesi «non lo co­noscevo.

Sono qui da circa un anno e viaggio spesso da solo in macchina. Una volta mi sono ritrovato in Foresta Umbra e mi son detto: ma dove sono? Nel paradiso terrestre prima della crea­zione dell’uomo? Un luogo straordi­nario. Un paradiso terrestre che va però custodito. Per questo il ruolo dell’ente parco è vitale».

Il riferimento è subito andato alla «conversione ecologica» auspicata da Papa Francesco con l’enciclica «Lau­dato sì» di quattro anni fa (2015). «Mi sono sentito ben accolto dal popolo garganico. Il Gargano» ha continuato mons.

Franco Moscone nativo di Alba in Piemonte «è una terra bellissima dal punto di vista paesaggistico ed ha una risonanza mondiale grazie alla sua sto­ria millenaria. Ma il rovescio della medaglia che affligge il promontorio è la criminalità organizzata.

La mafia va combattuta restando uniti, facendo squadra, mantenendo intatto il fon­damento della legalità. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo omi­cidio a Macchia. Inaccettabile. E territorio» ha concluso il presule, che già in passato ha tuonato contro la pre­senza dila­gante della criminalità sul Gargano «va preserva­to dal male osservando un comporta­mento quoti­diano improntato al massimo ri­spetto della legalità». Presente all’incontro anche Michele Giuliani, neo direttore della fondazione «Casa sollievo della sofferenza», che ha preso E posto di Crupi ad aprile scorso. La visita si è conclusa con i libri dell’ente parco donati dal presidente Pazienza al ve­scovo.

Francesco Trotta