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Sanità/ La FIMMG accusa la Regione: “stretta sulle ricette decisa senza i medici di famiglia”

«La Regione non può continuare a portare avanti operazioni che rischiano di alterare il rapporto di fiducia medico-paziente, colpevolizzando i medici rispetto alle scelte terapeutiche. Piut­tosto, deve provvedere al più presto ad applicare il regolamento 17/2017 sulla distribuzione diretta, il quarto emanato a partire dal 2003. Oltre 100 milioni di euro sprecati all’anno non sono ac­cettabili».

Così Nicola Calabrese, vicesegretario nazionale Fimmg e segretario Fimmg Bari, commenta la stretta sulla spesa farmaceutica adottata dalla Regione. «Tali interventi ammini­strativi – puntualizza Donato Monopoli, segretario Fimmg Pu­glia – incidono sulle scelte terapeutiche, un ambito che deve riguardare sempre e solo il medico e il paziente che a lui si affida. Se la Regione non è in grado di ottemperare al regolamento attraverso le farmacie ospedaliere, la distribuzione diretta può avvenire attraverso la rete delle farmacie private territoriali».

In base all’ultimo rapporto Censis, sostiene la Fimmg, «si ap­profondiscono le diseguaglianza di accesso al diritto alla salute, che penalizzano le regioni del sud, spingendo sempre più cittadini a ricorrere alla spesa sanitaria out of pocket proprio nelle aree più povere del Paese. Fimmg comprende perfettamente le esigenze di contenimento e razionalizzazione della spesa di parte pubblica, se poste in termini di appropriatezza prescrittiva, ma ritiene che ciò debba avvenire attraverso una corretta e fattiva collaborazione tra la parte pubblica e i medici».

Calabrese e Monopoli ricordano che «lo stesso Capo Dipar­timento, Vito Montanaro, in una lettera del 7 novembre scorso inviata a Fimmg riconosceva “l’importante contribuito fornito dalla categoria dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nel ridurre la spesa farmaceutica convenzionata, anche con tangibili risultati nel corso del biennio 2017/2018”».

Inoltre, «è arrivato il momento di discutere della riorganizzazione dei processi assistenziali. La medicina generale è pronta a chiu­dere il regolamento applicativo del CARE Puglia 3.0, effettuando ECG, Holter e spirometrie all’interno degli studi dei medici di famiglia. Ringraziamo il Ministro Speranza per lo stanziamento di 235 milioni di euro per la diagnostica di primo livello – commenta Calabrese – sono fondi essenziali che, insieme all’esperienza già maturata dalla medicina generale pugliese, permetteranno alla Puglia di essere tra le prime regioni ad implementare la spe­rimentazione.

Oltre a questo gli studi dei medici di famiglia pugliesi possono offrire assistenza infermieristica e presa in carico, prenotazione degli esami diagnostici e gestione del pro­cesso assistenziale dei pazienti. Il tutto senza costi per i cittadini. Occorre mettere in rete tutti i servizi, farmacie comprese, ma questa rimodulazione dell’assistenza non può vedere esclusi dai tavoli di confronto proprio i medici di famiglia».