Ai ferri corti gli operatori di Cagnano Varano e Lesina. Barca sequestrata e ributtati in mare 60 quintali di mitili.
Serpeggia un certo malessere nel centro lagunare: il problema dei problemi è la pesca del](, vongole nell’area lacustre. Come dire, tra salvaguardia, dell’ambiente ed esigenza di lavoro non sempre è possibile trovare la via di mezzo, ancora peggio se, poi, come suol dirsi, il metro di valutazione non è sempre lo stesso. Il punto di rottura c’è stato l’altro giorno, allorchè un centinaio di pescatori ha iniziato un’azione di protesta che h a avuto il momento più acuto nell’occupazione della sede municipale e nel richiedere l’intervento dei vigili urbani per bloccare il natante che stava pescando le vongole; non solo, il natante è stato posto sotto sequestro e il prodotto (circa sessanta quintali di vongole) ributtato in acqua. Soddisfatti, anche se soltanto in parte, per il risultato raggiunto, i pescatori ora puntano alla costituzione di un consorzio, primo passo per chiedere ed ottenere le necessarie autorizzazioni per la pesca delle vongole. Non è certamente la prima volta che una sorta di guerra tra poveri si scatena sia per la pesca nel lago di varano che in quello di Lesina che, vogliono ricordare, si trova ad una manciata di chilometri di distanza. I vincoli esistenti da alcuni anni hanno determinato uno stato di cose impensabile fino a qualche decennio addietro, quando le due zone lacustre erano fonte di lavoro e di guadagno per centinaia di famiglie di Cagnano Varano e di Lesina.
Il lago di Varano e il vicino lago di Lesina rappresentano, ancora adesso, una delle fondamentali risorse del paese la cui economia si basa principalmente sulla pesca (coltura di mitili e l’allevamento di anguille). Il porto di Marina di Lesina ospita 130 imbarcazioni da pesca, la maggior parte asservite agli impianti di mitilicoltttra, le altre dedite alla pesca delle vongole (turbosoffianti), alla pesca a strascico e per il movimento turistico. Oggi ci sono, e giustamente, sensibilità diverse che riguardano, essenzialmente, il rispetto, tout court, dell’ambiente e, maggiore attenzione c’è naturalmente sulla protezione di quelle risorse che sono alla base stessa della vita di un territorio. Cagnano e Lesina stanno vivendo uno di questi momenti e, per questo, diventa difficile e complesso mettere insieme le due cose. Ciò che, però, non può essere rinviato sine die è il non fare chiarezza, sarebbe come dire accentuare malumori e contrasti con il rischio di creare situazioni di forte preoccupazione. Se così non dovesse essere sarebbe la risposta peggiore che si potrebbe dare a quanti (e sono tanti) attendono, invece, che, quanto prima, ci sia chiarezza e che vengano definiti regole e tempi per dare certezze sia in termini di salvaguardia della risorsa ambiente che di sviluppo. In attesa di una definizione, è indispensabile che gli organi preposti vigilino perchè non venga consentito che possano continuare abusi che, nessuno può negarlo, ci sono e che finiscono per determinare una situazione di forte e preoccupante conflittualità che potrebbe sfociare in azioni ancora più eclatanti.