Menu Chiudi

Reddito di Cittadinanza e Quota 100: il Gettito del gioco d’azzardo li copre entrambi

C’è sempre molta confusione quando si parla di gioco d’azzardo e il rischio, spesso, è che non si faccia una distinzione netta tra gioco d’azzardo come industria in grado di produrre introiti e la dipendenza dal gioco d’azzardo.

Sette miliardi di euro è la somma cha ha generato il gioco d’azzardo nel 2019, un gettito tale da coprire il reddito di cittadinanza e quota cento. Una cifra non indifferente che da sola permette introiti importanti che si traducono in investimenti e coperture.  Questo è quanto emerso durante un convegno de la CGIA: “Occupazione, fiscalità e territorio: quale futuro” che si è tenuto a Milano l’anno passato.

Tanti i temi trattati durante l’incontro e molto si è detto sulla politica attuale contro il gioco d’azzardo.  Una politica, secondo i più esperti, dannosa e inefficace sull’individuo. Una politica che ha rischiato di portare al crollo il gettito economico annuale prodotto e alla conseguente quanto logica perdita dei posti di lavoro legati al settore.

Al convegno era presente anche il direttore di Mediaset, Claudio Brachino, il quale non dimentica quanto il gioco d’azzardo “sia una realtà che crea posti di lavoro, occupazione e paga le tasse”, per questo è sempre difficile accettare una linea politica volta al moralismo e non alla morale. Un po’ come quando si demonizza il gioco d’azzardo e si incassano le tasse derivanti da questa attività.

La questione va studiata nel profondo per far in modo che non si prendano decisioni azzardate che possano danneggiare non solo il settore ma l’intera comunità.

I dati cosa dicono? Il settore in sé è sano, lo dimostra lo studio svolto da Andrea Vavolo, ricercatore della CGIA di Mestre. Sono più di 56.000 le persone che ci lavorano e che generano un gettito diretto di 6 miliardi di euro. Un altro miliardo deriva dal gettito indiretto. Totale sette.

Ma cosa hanno portato in concreto le politiche messe in atto? Si stima, sempre secondo Vavolo, circa 10 mila posti di lavoro a rischio e una riduzione del gettito potenziale di 425 milioni di euro.

A conti fatti, “il proibizionismo moltiplica la dipendenza”. Queste le parole della psicoterapeuta Sarah Viola che durante l’incontro ha posto l’accento sul proibizionismo. È noto dai tempi di Adamo ed Eva che proibire qualcosa equivale a moltiplicare il desiderio di averla. Secondo la Viola, infatti, chi ha una dipendenza non ha alcuna intenzione di guarire e che la proibizione moltiplica il “craving”, ossia il desiderio di avere l’oggetto desiderato.

Una maniera di approcciare la questione è quella di intervenire su chi soffre di ludopatia, facendo capire che si ha un problema. Il prendere coscienza della cosa è il primo passo fondamentale. Il gioco, conclude Viola, diventa malattia quando questo interferisce sulla vita quotidiana, mettendosi prima di tutto: del lavoro, degli amici e della famiglia.