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14 Marzo/ L’ARTE DEI PICCOLI PASSI

Non ti chiedo miracoli o visioni, ma la forza per affrontare il quotidiano. Preservami dal timore di poter perdere qualcosa della vita. Non darmi ciò che desidero, ma ciò di cui ho bisogno. Insegnami l’arte dei piccoli passi.

ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY

È questa una preghiera apparentemente minima, quasi sussurrata da uno scrittore noto soprattutto per il successo costante di un suo ro­manzo, Il piccolo principe. Antoine de Saint-Exupéry, che era anche aviatore e che morì in volo nel 1944, a 44 anni, chiede a Dio un dono ra­ramente invocato, quello della semplicità e della fedeltà pacata e sere­na nelle piccole scelte di ogni giorno. È lo stesso atteggiamento orante del Salmista nel delizioso quadretto materno-filiale del Salmo 131: «Non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato, in braccio a sua madre».

Siamo agli antipodi dello stile del nostro tempo che predilige l’ec­cesso, l’urlato, l’esasperazione. Un atteggiamento che si infiltra per­sino nella spiritualità, con la ricerca di visioni e di miracoli, con la predilezione per le espressioni esteriori e l’abbandono della pazien­te e costante formazione interiore. Il nostro desiderio va spesso ben oltre le reali necessità e così si vorrebbe avere sempre di più, sia nel benessere e nel successo, sia anche nella religione. Ecco, allora, quel­la suggestiva espressione dello scrittore francese: «l’arte dei piccoli passi». Invece di fare balzi clamorosi e spesso rovinosi, bisogna op­tare per un lento e progressivo cammino. Un passo dopo l’altro ver­so la meta è molto più efficace di una corsa sfrenata e sfiancante che lascia alla fine ai bordi della strada.

Gianfranco Ravasi