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NOTIZIE UTILI/ Niente foto, niente multa per le infrazioni su strada. C’è tempo fino al 3 maggio per sostituire gli pneumatici invernali con quelli estivi, rinviato il termine del 15 aprile

Il corona virus sta cambiando la abitudini degli italiani che, chiusi in casa, vogliono saperne di più sulla malattia e sui rimedi per superarla. Tutti si stanno attrez­zando per migliorare la loro qualità di vita. Ecco le novità.

 Addio alle code davanti ai supermercati. Arriva la nuova app che ser­virà a non creare la fila per la spesa. Esselunga e Coop saranno i primi ne­gozi a utilizzarla. Dopo aver prenotato il posto, si otterrà un numero per se­guire la fila che man mano avanzerà. Prima di entrare il cliente sarà contattato dall’app per raggiungere il su­permercato ed evitare così code fisi­che. In questo modo non ci saranno più assembramenti. Così facendo, le am­ministrazioni pubbliche, i medici, le farmacie, le strutture sanitarie po­tranno gestire in modo ordinato e pro­grammato le file. L’applicazione saltacoda di Esselunga è collegata al team che gestisce uFirst, una piattaforma eliminacode proposta anche ai detta­glianti gratuitamente fino al 30 giu­gno. Fa parte dell’iniziativa «Solida­rietà digitale» fondata dal ministero dell’Innovazione.

 Stop alle false informazioni: Face- book lancia un progetto pilota in Italia per il fact-checking su WhatsApp, nell’ambito dell’iniziativa di co-regolamentazione definita da Agcom per affrontare la sfida della disinforma­zione sul Coronavirus attraverso una task force sulle piattaforme Online e i big data. Gli utenti di WhatsApp po­tranno inviare i messaggi che sono condivisi sulla piattaforma di Facta (+39 345 6022504) riguardanti il Covid-19, per verificare se quanto scritto corrisponde a verità o a bufala. Per contenere il più possibile il diffondersi di «fake news» e bufale legate alla pandemia da Coronavirus, WhatsApp ha inoltre deciso di restringere ulterior­mente il numero di contatti o chat verso cui è possibile inoltrare un mes­saggio inoltrato già più di cinque volte, portandolo da cinque a uno solo per volta.

 La lontananza dai propri cari ha prodotto un altro effetto: l’incremento delle videochiamate e delle chiamate di gruppo, utilizzate da un lato per le riunioni di famiglia dall’altro per le questioni lavorative. Whatsapp ha in­trodotto un’importante e comoda no­vità per chiamate e videochiamate di gruppo. L’«upgrade» mira a miglio­rare il servizio, che, soprattutto in que­st’ultimo periodo, ha avuto un forte stress del server, a causa dell’uso si­multaneo da parte degli utenti. La novità è l’immagine della fotocamera per far partire direttamente le videochia­mate di gruppo fino a quattro persone. Prima era necessario cliccare sulla cornetta, poi scegliere l’opzione video­chiamate e infine cliccare su tutti i partecipanti del gruppo. Se gli utenti dovessero essere più di quattro, sarà invece necessario aggiungere manual­mente i contatti come si è sempre fat­to.

Niente foto niente multa per le infrazioni al Codice della Strada, contestate tramite mezzi di rilevamento a distanza funzionanti in modo completamente automatico. La multa, per essere valida richiede ne­cessariamente che sia fornita la do­cumentazione fotografica dell’infra­zione.

C’è tempo fino al 3 maggio per cam­biare gli pneumatici invernali e sostituirli con quelli estivi. Il termine del 15 aprile è stato rinviato.

Imporre un collare elettrico ad un cane integra il reato di abbandono di animali perché, a prescindere dalla finalità educativa, tale condotta costi­tuisce una modalità di detenzione dell’animale in condizioni incompa­tibili con la sua natura e capace di produrgli gravi sofferenze. Lo ha sta­bilito la Cassazione che ha respinto il ricorso di una persona che aveva «detenuto un cane in condizioni incom­patibili con la natura dell’animale e produttiva di gravi sofferenze e in par­ticolare per avere impiegato sulla stes­so un collare elettrico in grado di pro­durgli scosse elettriche, attraverso un comando a distanza». L’imputato è sta­to condannato alla pena dell’ammenda di 5.000 euro.

Sospesa la vendita delle mascherine prodotte dalla Tiger Group SRL che sono risultate diverse da quanto pub­blicizzato, costose e con consegna len­ta. Sul sito della società si diffondevano comunicazioni pubblicitarie che invitavano all’acquisto Online di di­spositivi di protezione individuale (in particolare mascherine di categoria FFP2) ai quali erano attribuite caratteristiche qualitative e tecniche, an­che attraverso immagini e descrizioni che utilizzavano impropriamente marchi noti e affidabili, che non tro­vavano riscontro nei prodotti poi con­segnati ai consumatori privi delle cer­tificazioni vantate. I dispositivi di pro­tezione individuale, al pari di altri di­spositivi medici («mascherine chirur­giche»), erano offerti in vendita a prez­zi elevati ed erano consegnati con con­siderevoli ritardi rispetto alla tempi­stica reclamizzata (24/48 ore).

Federconsumatori ha preso una posizione decisa contro chi tenta di lucrare sul possibile contenzioso che potrebbe aprirsi tra pazienti e loro familiari e medici, professioni sani­tarie in genere e strutture pubbliche e private in seguito alla pandemia del Covid-l9 e ai numerosissimi decessi. L’associazione ha scritto al ministro della Salute, alla presidente della Com­missione Affari Sociali della Camera dei Deputati e al presidente della Com­missione Igiene e Sanità del Senato, chiedendo un giusto equilibrio tra la difesa degli operatori del settore e la tutela dei diritti dei pazienti. Secondo Federconsumatori la mitigazione di responsabilità delle professioni sani­tarie e delle strutture sanitarie e so­cio-sanitarie pubbliche e private, pre­vista dal Governo, deve essere appli­cata solo alle prestazioni rivolte alla cura del COVID-19 e non a tutte le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie effettuate nel periodo relativo all’emergenza da pandemia.