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I lavoratori della Giustizia del Tribunale di Foggia discutono sul futuro da riformare

Il convegno organizzato da molte sigle sindacali Il personale già demotivato da anni di mancata attenzione nei confronti dei problemi del settore giudiziario, rammaricato per la mancata riqualificazione, avvenuta però in quasi tutti gli altri settori del Pubblico Impiego, vive giornalmente il dramma di questo settore ormai al collasso. Le Organizzazioni Sindacali da molti anni ormai hanno denunciato l’assoluta inadeguatezza degli organici, delle strutture e della qualità del servizio giustizia, il mancato adeguamento di stipendi ormai molto ad di sotto sia dell’inflazione reale che di quella programmata, il mancato riconoscimento della professionalità acquisita sul campo da migliaia di dipendenti che, senza aver frequentato alcun corso specialistico, hanno affrontato in questi ultimi anni decine di innovazioni e riforme dei servizi di cancelleria e l’informatizzazione delle cancellerie. I lavoratori della giustizia lavorano in sedi disagiate con poco o nullo personale, scostamenti continui dalle mansioni previste dalle qualifiche per cui sono pagati e portano avanti un servizio delicato come la giustizia prendendo coscienza ogni giorno di più dello sfacelo del sistema giudiziario e ciò sia come lavoratori della giustizia, che come cittadini della Capitanata. Un territorio, quello della nostra provincia, tra i più vasti d’Italia, interessato in questi ultimi anni ad un aumento notevole del radicarsi della criminalità organizzata e nessuno, nonostante le insistenti richieste delle OO.SS. lo avessero richiesto più volte, ha pensato di coprire i paurosi vuoti in organico del personale amministrativo dei Tribunali, delle Procure e dei Giudici di Pace di Foggia e provincia. Solo grazie ad un notevole spirito di sacrificio dei dipendenti delle cancellerie e segreterie degli Uffici Giudiziari della Capitanata si cerca ormai di andare avanti; migliaia sono ormai le ore di straordinario prestate e non pagate , centinaia le udienze chilometriche che vedono il personale impegnato fino a tarda ora in udienze fiume che non si riescono a terminare per la eccessiva quantità di processi fissati, centinaia sono pure le turnazioni e le reperibilità cui sono soggetti in giorni di festa i dipendenti giudiziari, con sacrificio anche delle loro famiglie ! Le udienze, però, sono soltanto l’iceberg di un malessere molto più vasto; infatti, la mole di lavoro nelle sedi giudiziarie Daune è enorme, non si riesce a far fronte ai migliaia di adempimenti delle cancellerie civili e penali, con l’aggravio di responsabilità nei confronti dei dipendenti che hanno la sola colpa di aver assistito inermi alla riduzione degli organici per pensionamenti ed all’aumento delle incombenze delle cancellerie. Molto spesso i lavoratori della giustizia della Capitanata si sono ritrovati ad avere grosse responsabilità in merito all’esecuzione di provvedimenti connotati da scadenze improrogabili, rischiando provvedimenti disciplinari e denunce penali, rischi che lasciano i dipendenti della giustizia senza alcuna tutela. Le previsioni per i prossimo anni sono, peraltro, ancora più nere, in quanto si prevede il pensionamento di molti dipendenti ed alcuni uffici giudiziari resteranno davvero senza alcun lavoratore in servizio; ciò accadrà soprattutto nei piccoli Uffici del Giudice di Pace sparsi un po’ dappertutto nella nostra grande provincia, così come si pensionerà tutto il personale di intere cancellerie dei Tribunali e delle Procure di Foggia e Lucera e delle loro Sezioni Discaccate . In sostanza, si può affermare che la situazione degli Uffici Giudiziari di Foggia e provincia fotografa in maniera ancora più nitida un malessere diffuso nel ministero della Giustizia in tutta la penisola italiana, denunciato non solo dalle Organizzazioni Sindacali, manche dalla stessa Amministrazione giudiziaria. Infatti, la settimana scorsa, è apparso un significativo articolo su una testata nazionale in cui lo stesso Capo Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria, dr. Castelli, con una nota inviata al Ministro Alfano e al Sottosegretario Caliendo, ha denunciato, così come avevano già fatto in precedenza le OO. SS., gli effetti devastanti che il decreto Tremonti produrrà sull’amministrazione giudiziaria. Il ragionamento del Capo Dipartimento Castelli, che prevede la inevitabile chiusura degli uffici giudiziari, è ineccepibile in quanto il decreto Tremonti, oltre ai tagli a retribuzione e personale, prevede che le spese per i consumi intermedi degli uffici giudiziari (acqua, luce, gas, carta, fax, armadietti, benzina…) verranno abbattuti del 22% nel 2009, del 30% nel 2010 e del 40% nel 2011.Tutto ciò significa una cosa sola per i cittadini: Una giustizia negata. Inutile, quindi, sbandierare proclami ed editti sulla sicurezza dei cittadini, se poi, nella pratica, come hanno confermato anche le OO.SS. della Polizia di Stato ed altri settori, non si fa nulla, non solo per rafforzare, ma almeno per mantenere, un servizio ottimale della giustizia per tutti; quanti processi si prescriveranno ancora, quanti detenuti pericolosi saranno scarcerati ancora, quanti ritardi, quante inefficienze del sistema giudiziario si ripercuoteranno sulla cittadinanza di Capitanata ? A queste domande l’attuale Governo ed i rappresentanti locali dei partiti di maggioranza dovranno dare conto ai dipendenti degli Uffici Giudiziari di Foggia e provincia, sia come lavoratori che come cittadini di un territorio particolarmente sensibile ai temi della sicurezza !