«Sono sconvolto». Caparezza, il rapper molfettese amato in tutta Italia, ieri sera ha cantato a Udine. Prima del concerto ha consegnato la sua amarezza, il suo stupore, la sua indignazione. «Già arrivare a dover spiegare un pezzo, significa aver superato il limite della comprensione».
Il dibattito su questo testo è acceso anche su uno dei suoi blog.
«Sì, sono domande che faccio a me stesso. Ci sto a spiegare le mie idee, perché solo chi ama la Puglia può criticare chi è artefice del degrado della Puglia».
Il suo brano «Vieni a ballare in Puglia» è ben oltre la provocazione: è un atto d’accusa.
«Il parlo del lato oscuro della Puglia. Dico ad esempio che c’è la roulette russa delle morti bianche, e non lo invento io, accade ogni giorno. Io vivo a Molfetta, non parlo di cose che succedono altrove. Tutto questo succede a casa mia. E se parlo di extracomunitari sfruttati nei campi di pomodoro non credo di diffamare nessuno, credo di raccontare quello che anche le inchieste giornalistiche raccontano».
E veniamo alla rivolta di Monte Sant’Angelo. Perché sul Gargano ce l’hanno tanto con lei? «Mah… io sono esterrefatto di fronte a questa reazione. Ho parlato di "foreste accese" cioè del rogo che lo scorso anno ha devastato Peschici, perché, lo ripeto, io racconto ciò che avviene, nella speranza che i pugliesi possano prendere coscienza».
Cosa dovrebbero capire?
«Che la Puglia è una terra bellissima ma che ha dei problemi da risolvere. Viceversa problemi rimangono e la coscienza civile si perde».
Sul Gargano ritengono che il suo testo sia «violento».
«Credo che sia violenta questa protesta. Dire "boicottiamo un concerto" è violenza. Io non esprimo giudizi, non dico che è colpa di qualcuno, dico: guardate che accadono queste cose. I pugliesi dovrebbero esprimere la propria rabbia contro chi devasta il territorio, non contro i cantanti».