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Vieste, Michela Danese vola come una libellula e aspetta la chiamata a Castrocaro

La musica fa sognare, volare, ca­pire,la musica fa viaggiare senza partire,la musica da la forza di reagire. Questo stralcio della canzone `La musica fa’ (lei Litfi­ba,disegna a pennello il talento e la carriera artistica della venten­ne cantante viestana Michela Danese, che in questi giorni ac­carezza da vicino la possibilità di entrare nella rosa degli 8 finalisti del celebre festival di Castroca­ro. Michela nei giorni scorsi è passata in semifinale alle sele­zioni a Roma con un brano di Mina, e lunedì 28 luglio si dovrà pre­sentare di nuovo per gareggiare la semifinale, dove dovrà darsi battaglia con altri 70 giovani ugole d’oro della musica italia­na, da cui saranno selezionatigli 8 finalisti. Michela non è nuova a questi exploit canori poiché con­ta già un’esperienza a Sanremo ­lab nel 2004 con il brano "1000 km" e l’ottimo piazzamento al JP2 Jammin Festival con il brano "La libellula". Risultati che evi­denziano la caratura di un talen­to cristallino che è stato valoriz­zato da anni di studi e sacrifici. "Tutto ebbe inizio per gioco al­l’età di 14 anni- racconta Michela a l’Attacco- Mi piaceva tanto cantare e lo facevo per diletto a scuola nelle recite e musical. Poi questa passione è diventata sempre più forte ed ho comincia­to ad affrontare la situazione più seriamente, ed ho cominciato a fare apparizioni nei matrimoni e feste in piazza con band locali, in primis con quella di mio zio nei periodi estivi". Michela ad un certo punto decise di dare un tocco di professionalità al suo ta­lento e alla sua passione per la musica. "Ho studiato canto jazz alla scuola foggiana ‘Non solo jazz’ con la maestra Mara De Mutis­ dice la cantante-. Andavo due settimana a lezione, facendo la pendolare tra Foggia e Vieste, ma è una sfacchinata che facevo con piacere. Poi finito le scuole supe­riori, mi sono trasferita a Milano, dove tutt’ora sono una studen­tessa dell’Università Cattolica alla facoltà di comunicazione. Agli impegni universitari ho af­fiancato gli studi all’Accademia della voce’, che si trova sempre nel capoluogo lombardo- prose­gue-. Il mio lancio nel panorama della musica nazionale è avve­nuto nel 2004, quando, grazie al sostegno di Vinvè (Vincenzo Vescera), ho partecipa­to al Sanremo Lab con la canzone `1000 km’, scritta da me e arran­giata da Gianni Colonna (noto per essere l’arrangiatore di Ma­ria Pia Pizzolla e i Superzoo). Ne­gli anni successivi, sempre gra­zie a Vinvè, ho partecipato alle competizioni ‘Demo Live’ e ‘Stella del Sud’, un programma satellitare SKY, dove sono arriva­ta in finale, piazzandomi alle spalle di Angela Semeraro, che poi, in seguito, si è aggiudicata la vittoria a Castrocaro. L’ultima esperienza è stato il JP2 Jammin Festival con il brano "La libellu­la", dove mi sono piazzata in finale". Ma Michela è una ragazza con la testa sulle spalle, che non distoglie lo sguardo dalla realtà. Il mio primo obiettivo è laurear­mi, e la musica non dà certezze. Certo stando a Milano ho più chance, perché qui da noi non c’è la cultura della musica. Le sette note, mi fanno divertire, mi fanno star bene, mi fanno evadere dalla realtà e dallo stress, ma so­prattutto mi rende felice tra­smettere emozioni a chi mi ascolta- sottolinea-. Tutti questi successi oltre che gratificarmi danno lustro e onore alla mia amata Vieste. Per questo l’arrivo in finale a Ca­strocaro sarebbe davvero spe­ciale ed importante. Dovrò ve­dermela con 70 ragazzi molto in gamba. Io darò tutto il meglio di me stessa, e sono già soddisfatta di aver raggiunto il traguardo della semifinale". Michela ci tie­ne molto a Castrocaro, e non so­lo per motivi di soddisfazioni personali. "Questo concorso ti spalanca le porte di SanRemo e dei contratti discografici. E’ un’ottima vetrina per la visibi­lità, ed è certamente l’esperien­za top della mia carriera artistica. Io ho anche altri progetti in can­tiere, come quello di partecipare al Premio Mia Martini e al Festi­val di Saint Vincent. Un altro mio sogno nel cassetto? Diventare una giornalista, perché mi attrae molto il campo della comunica­zione".

Matteo Palumbo
l’Attcco