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Fase 3/ La Puglia riapre tutto e chiede al ministero di ignorare indici contagio: “Troppi pochi casi”

La Puglia riapre tutto, senza preoccuparsi del più alto indice di contagio d’Italia. Non è un atto di sconsideratezza quello deciso dalla Regione su consiglio del coordinatore scientifico della task force pugliese sul Coronavirus, Pier Luigi Lopalco, ma soltanto consapevolezza che l’indice Rt – il fattore che segnala la contagiosità del virus – preso singolarmente vale poco o nulla. Al punto tale che la Puglia ha ufficialmente chiesto al ministero della Salute di tenerla fuori dagli indicatori che servono per tenere sotto controllo il virus nelle Regioni in cui ci sono pochi casi.

Rt non preoccupante

A spiegare per bene come stanno le cose è lo stesso Lopalco: ” Calcolare l’indice Rt per regioni, come la Puglia, che hanno un numero di nuovi casi molto basso non ha senso dal punto di vista statistico. Se la settimana scorsa in una regione ci sono stati 1.000 casi e 2 mila questa settimana, l’indice Rt fornirà lo stesso dato segnalato per una regione che la settimana scorsa aveva 10 casi e questa settimana ne ha 20. In pratica in Puglia il numero di casi è talmente basso che la valenza statistica dell’indicatore è nulla”.

Le nuove aperture

Da qui la decisione del coordinamento di non segnalare allarmi particolari né di opporsi all’ultimo pacchetto di aperture deciso dalla Regione con una nuova ordinanza che dà il via libera ad alcuni fra i settori più colpiti dalle limitazioni imposte per evitare la diffusione del contagio. Non a caso il governatore Michele Emiliano parla di “un lavoraccio terribile, perché non esistevano linee guida nazionali su queste attività. Abbiamo dovuto assumerci la responsabilità con l’aiuto degli esponenti delle categorie di emanare l’ordinanza. A parte quelle scolastiche, che non dipendono dalla Regione, non ci sono più attività ferme. Anche gli sport di contatto, compreso il calcetto, al quale tengono in tanti, sarà possibile praticarli a breve”. E dunque a partire da oggi sono consentite le attività in aree giochi attrezzate per bambini (centri estivi per bimbi e ragazzi da 3 a 17 anni), attività formative in presenza, sale slot, sale giochi e sale scommesse, attività di intrattenimento danzante all’aperto, matrimoni e ricevimenti per eventi.

Le regole per i matrimoni

Ma senza dubbio una delle aperture più importanti, anche per l’impatto sull’economia, riguarda quello del wedding. Il tavolo regionale ha in sostanza recepito il protocollo messo a punto dagli operatori: passa la linea che rispetto a discoteche e locali pubblici, nei matrimoni e per gli altri ricevimenti in sala gli ospiti invitati sono già censiti tre giorni prima. Con questo gli operatori hanno ottenuto l’eliminazione totale dell’obbligo di mascherina per gli invitati. Non solo: si può danzare all’aperto con un distanziamento sociale di poco più di un metro, che diventano due metri all’interno. I tavoli passano da 12 a otto sedute. Il distanziamento fra un tavolo e l’altro sarà di due metri e mezzo. I buffet devono essere a divisi a isole e serviti totalmente dai camerieri. Telecamere termoscanner rileveranno all’ingresso la temperatura degli ospiti: ” Siamo soddisfatti – commenta Michele Boccardi, presidente di Assoeventi – ma almeno fino al 30 agosto non ci saranno ricevimenti. Si recupererà qualcosa tra settembre e dicembre”.

Le altre aperture

L’ultimo e definitivo pacchetto di riaperture scatterà invece da lunedì 22 giugno con il via libera per attività ludico- ricreative e educative-sperimentali per la prima infanzia (da 3 a 36 mesi), attività ludico-ricreative di educazione non formale e attività sperimentali di educazione all’aperto per bambini e adolescenti. Infine dal 25 giugno saranno consentiti tutti gli sport di contatto.