Vietata la pesca della “Filippina”, specie che vive nel lago di Varano. E’ stata dimenticata da ventitre anni ma è diventata l’oro dei pescatori, soprattutto ora che il Parco Nazionale del Gargano ne ha vietato la pesca perché non si sa se sia nociva per l’uomo. E’ la «Tapes philippinarum», più comunemente detta «vongola filippina» perché originaria dell’Oceano Pacifico tra il Giappone e le Filippine e che da, quasi un quarto di secolo, vive nei fondali del lago di Varano, distruggendo le vongole locali e – secondo i biologi – creando, anche, un rischio per l’alterazione dell’ecosistema. Una vongola che si distingue dalla verace perché ha il guscio ruvido e con i cosiddetti cornini uniti. Nel 1985 in molte zone lacustri di Italia furono «seminate» milioni di vongoline filippine da seme per dare vita all’allevamento sperimentale del mollusco orientale: Rovigo, la laguna di Marano nei pressi di Venezia e anche il Lago di Varano alcune delle zone dove furono gettate a mare le vongole filippine. Da allora, però, nessuno se ne è mai interessato. Fino ad oggi„quando la riproduzione eccessiva delle vongole filippine del lago di Varano è finita sul tavolo del Ministro dell’Ambiente e dei suoi biologi che hanno aperto un vero e proprio «dossier Varano» nel tentativo di bloccarne la riproduzione. Il 28 maggio scorso il Parco Nazionale del Gargano, inoltre, ne ha vietato la pesca in attesa di conoscere gli esiti degli esperti chiamati a decidere se la vongola filippina sia nociva o meno per l’uomo. Stessi esperti che, proprio nelle scorse settimane, hanno evidenziato che la vongola filippina è presente nei fondali del lago di Varano in quantità eccessiva, creando non pochi problemi non solo alla più comune vongola verace, ma a tutta la fauna e la flora lacustre. Ma la vongola filippina è diventata oro per i pescatori di molte zone del Gargano e, in particolare, di Cagnano Varano. Una pesca quasi obbligata poiché un chilo di vongole filippine viene vendute anche a sette euro al chilo, soprattutto al mercato nero di Napoli, dove il mollusco è molto ricercato perché considerato prelibato. Il «dossier Varano» nasconde molti altri interrogativi che dopo ventitre anni non trovano alcuna risposta. Primo fra tutti chi aveva deciso di avviare una coltura della vongola filippina, fino a chi doveva controllare il suo sviluppo per arrivare al perché, solo dopo ventitré anni, si è deciso di scoprire se il mollusco è nocivo per la salute dell’uomo. Esami, questi ultimi, che sono giudicati del tutto inutili per i tantissimi pescatori che, da quasi un quarto di secolo, non solo pescano la vongola che «affolla» i fondali ma che da quasi un quarto di secolo la mangiano e la danno da mangiare ai figli. E ora, dopo ventitre anni, i pescatori del Gargano chiedono interventi urgenti per regolarizzare e commerciale la vongola. Vongola che – strano ma vero -,ufficialmente non esiste nel lago di Varano, anche se gli stessi biologi del Parco Nazionale del Gargano non solo hanno dimostrato che il mollusco dell’Oceano Pacifico esiste, ma è presente in numero eccessivo tanto da poter provocare un vero e proprio disastro ambientale.