Poco valorizzato il Grottone di Peschici. Lo segnalano solo due cartelli ed è fuori dai circuiti turistici. E’ aperto dal 2005.
Un parco archeologico che può essere visitato anche in costume da bagno ma con un casco di sicurezza in testa, che si specchia nel mare da una duna di sabbia che il vento modella continuamente. E’ il parco archeologico del Grottone di Manaccora, fruibile dal 2005 che però in pochi riescono ad ammirare. I turisti che da Peschici riescono a raggiungere la Grotta in auto devono ritenersi fortunati visto che lungo i 5 km che la separano dal piccolo centro garganico ci sono solo due cartelli. Uno dei due è coperto dagli alberi e che dista dall’ingresso del parco archeologico circa un chilometro. Nei pressi del parco non ci sono indicazioni. In media quest’anno i visitatori sono stati 4 al giorno. E’ una cavità naturale, che si apre sotto il promontorio che divide due tra le spiagge più belle della costa garganica Zaiana e Manaccora. Il grottone negli anni ha visto diverse campagne di scavi archeologici, la prima negli anni `3o e che viene considerato «un caposaldo italiano dell’età del bronzo». Gli scavi hanno riportato alla luce armi e monili di bronzo dei corredi di numerose deposizioni ritrovate nella grotticella funeraria situata sul fono della grotta. La maggior parte dei turisti, che paga il biglietto di 6 curo (ridotto 3 curo) e può ammirare gli scavi, sono quelli che scoprono questo importante sito archeologico e naturale per caso, mentre passeggiano sulla spiaggia di Manaccora. Vanta però più visitatori del parco archeologico di Siponto che la graduatoria di Fedeculture ha messo al primo posto tra i siti culturali meno visitati in Italia. Aperto da aprile a settembre, tutti i giorni solo nel pomeriggio dalle 15 alle 19, il parco archeologico di Manaccora quest’anno ha avuto una media di 4 visitatori al giorno, zoo in tutto dal 15 giugno a ieri. Tutto questo nonostante sia poco pubblicizzato e poco valorizzato. Il sito ufficiale ha tutte le informazioni di carattere storico e archeologico ma nulla su come raggiungerlo, sugli orari di apertura, sui costi della visita guidata che dura all’incirca 20 minuti. Attualmente il parco è gestito da una cooperativa la Novamusa che vinse la gara nel 2005. «Per l’amministrazione comunale non ci sono costi, in quanto la cooperativa si mantiene con i proventi della vendita dei biglietti – spiega il sindaco di Peschici, Domenico Vecera – anch’io però mi sono lamentato del fatto che il parco archeologico non è valorizzato, non viene pubblicizzato aldilà della cartellonistica». Nelle agenzie turistiche del Gargano che vendono i pacchetti per le Tremiti, per il giro in barca per visitare le grotte marine o per il «safari» a bordo delle jeep nel parco nazionale del Gargano, non c’è traccia del parco archeologico. Né ci sono stati in cfuesti anni accordi tra enti locali, parco e sovrintendenza per valorizzare la zona. Le uniche informazioni sono quelle che fornisce l’ufficio accoglienza turistica di Peschici. Rendere fruibili gli scavi é costato, negli anni scarsi, un milione di euro divise tra Comune di Peschici, Regione e Parco del Gargano.