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4 Luglio/ A TAVOLA

Mi sono seduto anche a tavole sontuose / dove i bicchieri vanno secondo i vini /e uomini di molto più eleganti /s’aggirano a servire le pietanze. /Ma so meglio la tavola dove si strofina il fondo di scodella / con il pane e le dita arrugginite… /Non bisbiglio di commensali a commentare il pasto /ma di gole indurite che inghiottiscono/per rimettere forza di lavoro / e non porta­no eretti alla bocca la posata / ma si calano sopra, addentano a mezz’aria / per nascondere il magro del boccone…

ERRI DE LUCA

S’intitola Solo andata (2005) e raccoglie una serie di poesie di Erri De Luca. Ho scelto alcuni versi semplici ed emozionanti. Anche a me è accaduto spesso di essere invitato a mense ove la selezione del­le posate e dei bicchieri da usare era un’impresa che si risolveva guardando di sottecchi il primo che s’inoltrava con sicurezza sul ter­reno del cerimoniale. Ed è accaduto anche a me altrettanto spesso di assistere al pasto semplice e deciso di muratori o di operai, «mense di panche basse a mezzogiorno, di fiati vergognosi di appetito», co­me scrive ancora De Luca.

Certo, il galateo conta, ma l’affettazione, la sontuosa arroganza della ricchezza ostentata, l’immane spreco che si consuma nei con­fronti di un’umanità affamata che «di cibo non parla per non nominarlo invano», come ancora dice Erri, sono realtà troppo spesso al­lontanate dal pensiero come fastidiose. Non vogliamo che sia turbata la festa del nostro benessere; non conosciamo più il gusto della semplicità e la fragranza del pane; non ci impressiona più chi – anche nelle nostre città – rovista tra i rifiuti o ha come unico sbocco le mense dei poveri.

Gianfranco Ravasi