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Altri 180 mila euro ai frati per l’ospedale mai nato a Vico del Gargano. Una storia iniziata 40 anni fa

E’ diventato ancora più salato il conto che la Asl Foggia è stata costretta a pagare ai Frati Minori Cappuccini della Provincia di Foggia. A maggio scorso l’Azienda ha dovuto ver­sare oltre un milione di euro per una que­stione che ha origine circa 40 anni fa, quan­do la politica decise che a Vico del Garga­no dovesse sorgere un ospedale.

L’Asl sti­pulò allora una convenzione con i cappuc­cini a seguito di una legge regionale (ema­nata su pressione di Vico e dei comuni limitrofi) che prevedeva un finanziamento pubblico su proprietà privata purché ci fos­se un contratto di locazione superiore a 20 anni. Venne quindi elargito un finanzia­mento regionale alla Asl pari a 2 miliardi del­le vecchie lire, per la realizzazione all’interno del convento, acquisito in locazione, di un ospedale da 80 posti letto.

Erano previ­sti poliambulatori, radiologia e pronto soc­corso, un vero gioiellino a disposizione del Gargano nord. Di fatto però solo il pronto soccorso cominciò a funzionare con il labo­ratorio analisi, radiologia e alcuni ambula­tori.

La situazione ad un certo punto si are­nò, cambia il quadro amministrativo e politico e divenne presto evidente che il pro­getto era destinato a finire nel dimenticatoio.

Alla fine vennero spostati anche pronto soccorso, laboratorio analisi e radiologia in un’altra struttura al centro del paese. Il con­vento venne così abbandonato, ora non c’è più niente, solo i muri perimetrali, è stato ru­bato tutto. Al danno di non aver attivato l’ospedale si aggiunge la anche beffa. Il tri­bunale di Foggia infatti l’anno scorso ha condannato la Asl a pagare i danni causati all’immobile chiesti dai frati.

L’Asl a maggio, quindi, sborsa il milione. Fatto sta che un mese fa l’avvocato Fabio Verile, quale procuratore e difensore della Provincia di Foggia dei Frati Minori Cap­puccini, ha chiesto e ottenuto il saldo con­tabile di ulteriori € 181.447,74, derivanti dal calcolo di rivalutazione monetaria e inte­ressi legali.

L’Asl sta pagando senza riconoscimento della opposta pretesa, in quanto è tuttora pendente il termine per la proposizione di ri­corso per Cassazione, e quindi al solo sco­po di evitare aggravio di spesa derivante dall’avvio di procedura esecutiva in danno della Azienda. Non è chiaro di che danni si tratti, così co­me non è chiaro se nel tempo potessero es­sere evitati o quanto meno ricalibrate le responsabilità.

Al momento però quel che è certo è che tutto questo denaro pubblico ha preso il volo e non per investimenti e servi­zi rivolti alla comunità.

 

l’attacco