Antonello D’Onofrio 25 anni e una grande passione per il piano. Che lo ha portato lontano…. Antonello D’Onofrio 25 anni e una carriera folgorante, che in poco tempo lo ha portato ad essere un nome che conta nel panorama dei pianisti italiani, Antonello parla al giornale della sua passione, dei risultati ottenuti e dei suoi obiettivi. "Ho iniziato a quattro anni-racconta -; riproducevo tutto ciò che sentivo su una tastiera dimostrando subito una certa propensione per lo strumento musicale. Per questo cominciai fin da subito a prendere lezioni private". A 17 anni l’artista di Vieste fa il grande salto e va a studiare al Conservatorio di Milano, scelta coraggiosa per un adolescente, non da tutti. Ma lui non se ne preoccupa riuscendo ad avere ragione fin da subito, inanellando in breve ottimi risultati imponendosi all’attenzione dei più. "Devo molto al mio maestro di Firenze, Daniele Lombardi con il quale ho studiato a Milano". Il supporto di Lombardi perfeziona l’arte di Antonello che comincia a girare l’Italia partecipando a numerosi concorsi. "Ho vinto il concorso internazionale di Osimo, quello di Ostuni e l’Europeo di Barletta". Per il pianista viestano inizia così un cammino in costante ascesa che lo porta a calcare i palcoscenici di tutta Italia: "Recentemente sono stato in tournee in Costa Smeralda ma ora intendo riposarmi, tirare un po’ il fiato godendomi le vacanze". Il pianoforte è la sua vita, e Antonello lo lascia intendere: "Mi sono dedicato esclusivamente alla musica. Vivo stabilmente a Milano e insegno pianoforte in due scuole elementari del capoluogo lombardo". Straordinario per un venticinquenne. "Adoro gli autori russi-spiega, parlando dei suoi musicisti di riferimento -; ovviamente amo il classicismo, come Mozart e Beethoven ma per natura riesco a esprimermi meglio adottando lo stile di Rachmaninov (compositore, pianista e direttore d’orchestra statunitense di origine russa). Ma Antonello, da buon venticinquenne, non si sofferma di certo sulla musica classica e nel suo Ipod custodisce esclusivamente per le sue orecchie, pezzi jazz dei più noti autori americani, Billy Evans e Paul Jarrett senza tralasciare la musica leggera e le canzoni melodiche italiane anni ’70 perché dice: "Oggi la musica è troppo computerizzata, non sembra più autentica come una volta e per questo la ascolto poco, preferendo i classici di un tempo. Come il primo Baglioni ma anche Lucio Battisti. Comunque – continua – amo la musica a 360 gradi". Per il futuro Antonello ha le idee chiare e si definisce realista: "Chi non ha dei sogni. Io spero di poter continuare ad evolvermi come pianista. Con questo lavoro non si smette mai di imparare e anche se insegno ai più piccoli, so bene che devo migliorare continuando a tenermi aggiornato. Cosa che posso fare solo studiando. Non si diventa mai maestri, anche quando ti chiamano "Maestro". Questo lo so bene". Sulla forza di volontà di Antonello non ci sono dubbi. A diciassette anni a Milano, a venticinque già insegnate di pianoforte. Ma la sua forza va anche oltre, superando ostacoli che per molti potrebbero sembrare insormontabili. Il giovane pianista, solo pochi anni fa fu investito da un auto rompendosi spalla e polso. I suoi "ferri del mestiere". Una brutta mazzata per un giovane talento come lui, lanciato com’era verso una brillante carriera. "Quell’incidente mi ha tenuto fermo un anno. Un duro colpo, che ha messo a repentaglio il mio futuro di pianista oltre alle mie certezze. Ma fortunatamente ne sono uscito riprendendo Fattività". Oggi Antonello è tornato più forte di prima, si potrebbe dire e ora si sta godendo il suo meritato riposo. "Ora mi trovo nella mia Vieste, un po’ di relax prima di riprendere a suonare a Milano. Staccare la spina alle volte è fondamentale".