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I consiglieri comunali della lista Rodi che vogliamo: ” Il Sindaco ignora la sentenza del T.A.R “

Il ritorno di Nicola Pinto nella Comunità Montana del Gargano è evidentemente temuto dai suoi avversari politici, e soprattutto dal Sindaco di Rodi Garganico, Carmine d’Anelli, suo principale antagonista, che pur di ostacolarne in qualche modo il rientro è giunto addirittura ad ignorare una sentenza del T.A.R. Puglia, confermata pure dal Consiglio di Stato in sede cautelare, che si sono recentemente pronunciati proprio su tale questione. Nei mesi scorsi, infatti, ha fatto molto discutere il contenzioso creatosi tra i consiglieri di minoranza del gruppo “Rodi che vogliamo” (Nicola Pinto, Domenico De Meo, Concetta Bisceglie, Loreto Pino Veneziani e Salvatore Saggese), e la maggioranza capeggiata dal sindaco d’Anelli; quest’ultima ha infatti dovuto incassare un duro colpo a seguito dell’annullamento da parte del T.A.R. Puglia della delibera del Consiglio Comunale di Rodi Garganico del 30.11.2007 (n. 40), con la quale erano stati nominati i consiglieri presso la Comunità Montana del Gargano; nell’occasione il T.A.R. ha accolto  il ricorso proposto suddetti consiglieri di minoranza (difesi dall’avvocato Domenico Fasanella), che lamentavano la mancata nomina del loro rappresentante in seno all’ente montano, in violazione della espressa previsione contenuta nella vigente Legge Regionale sulle Comunità Montane (n. 20/2004), che stabilisce che ogni comune debba designare tre rappresentanti, due in quota alla maggioranza, ed uno alla minoranza.
A nulla è valso l’appello promosso innanzi al Consiglio di Stato dall’amministrazione comunale di d’Anelli avverso la suddetta sentenza, che è stato inesorabilmente respinto lo scorso giugno, così uscendo pienamente confermata la decisione di primo grado.
A questo punto all’amministrazione comunale non resta che ottemperare a tale decisione dei giudici amministrativi e procedere alla rielezione dei suddetti rappresentanti in seno all’Ente Montano, consentendo alla minoranza effettiva di eleggere finalmente il proprio rappresentante.
Senonché il Sindaco d’Anelli, benché le posizioni della maggioranza siano uscite sconfitte nelle citate sedi giudiziarie, sta ora evidentemente tentando di eludere la suddetta decisione del T.A.R.; ed infatti, pur essendo stato inserito nell’ultima seduta del consiglio comunale del 4 agosto scorso l’apposito accapo concernente la nomina dei rappresentanti comunitari, la stessa maggioranza ha tuttavia deliberato di “rimandare” ogni decisione sulla questione, in attesa che la Regione adotti una nuova legge di riordino degli enti montani.
Proprio oggi (ieri per chi legge, ndr), quindi, i suddetti quattro consiglieri di minoranza hanno inoltrato all’amministrazione comunale di Rodi apposito atto di diffida e di messa in mora affinché questa provveda immediatamente a dare esecuzione alla suddetta pronuncia ed a rieleggere i rappresentanti comunitari, minacciando addirittura, in caso contrario, di richiedere l’intervento di un apposito Commissario ad acta, e di promuovere ulteriori iniziative innanzi alla magistratura penale e contabile.
“Questa amministrazione pensa di riuscire sempre a farla franca, e di potersi permettere il privilegio di ignorare persino le sentenze dei giudici amministrativi, in barba ai principi che regolano la vita democratica del nostro paese”, tuona il consigliere di minoranza Domenico De Meo, che continua: “la Giunta d’Anelli sta cercando con ogni mezzo di ostacolare le prerogative della minoranza, impedendo la elezione democratica del nostro rappresentante in seno alla Comunità Montana, pur a seguito delle sentenze del T.A.R. Puglia e del Consiglio di Stato, adducendo ogni sorta di pretesto. Comunque siamo pronti ad andare fino in fondo, non per ottenere poltrone, che evidentemente fanno gola alla maggioranza, ma solo nell’interesse dei cittadini che ci hanno votato e che hanno il diritto ad essere rappresentati in seno a tutti gli organi istituzionali. Questo assurdo comportamento dell’amministrazione comunale sta comportando soltanto ingiustificati esborsi di danaro pubblico, che finiscono per ricadere sulle tasche dei contribuenti”.
L’avvocato Domenico Fasanella, legale dei citati consiglieri di minoranza, interpellato sulla questione riferisce che “per quanto riguardo la posizione di Nicola Pinto sembra che nessuno si sia accorto che in realtà Pinto attualmente è ancora il Presidente della Comunità Montana del Gargano; piaccia o non piaccia ai suoi oppositori. A seguito della revoca del provvedimento cautelare, infatti, Nicola Pinto ha ripreso “di diritto” tutte le cariche in precedenza ricoperte, ai sensi dell’art. 59 D.Lgs. 267/2000, come confermato anche dalla stessa Prefettura di Foggia con apposita nota, e dunque sia quella di consigliere comunale che quella di consigliere della Comunità Montana del Gargano. A causa dell’annullamento da parte del T.A.R. della delibera del 30.11.2007, che aveva nominato il consigliere Carnevale in rappresentanza della minoranza, ed in attesa che venga ricostituita la nuova consiliatura della Comunità Montana, è tornata a rivivere la precedente delibera del consiglio comunale di Rodi del 2.8.2007, con la quale era stato designato proprio Nicola Pinto quale rappresentate della minoranza in seno alla Comunità Montana del Gargano. Non solo, ma lo stesso Nicola Pinto, ripeto, conserva tuttora la carica di Presidente dell’Ente Montano, atteso che nel frattempo non è mai stato eletto un nuovo presidente del suddetto organismo, pur dopo le dimissioni rassegnate lo scorso marzo dal medesimo Nicola Pinto, per cui ai sensi dell’art. 20 dello statuto dell’Ente Montano (comma 9) il Presidente dimissionario resta in carica sino alla elezione del nuovo Presidente. In ogni caso, la recente sentenza del T.A.R. Puglia, confermata dal Consiglio di Stato in sede cautelare, dovrà essere ottemperata dal Comune di Rodi, che resta obbligato a procedere alla nuova elezione dei propri rappresentanti comunitari nel rispetto della vigente legge regionale, senza che possano assumere rilievo eventuali futuri sviluppi legislativi, che seppur programmati dalla Regione restano allo stato del tutto privi di qualsiasi rilevanza ed efficacia.