Il dietrofront del presidente della Provincia Carmine Stallone, che nei giorni scorsi, dopo aver firmato il documento, si è dissociato, dicendo che non intendeva sfiduciare nessuno, ma solo convocare l'organo rappresentativo della Comunità del Parco, ha forse mandato in frantumi l'operazione architettata dagli esponenti dell'Unione, per scalzare D'Anelli.
D’anelli è alla guida dell'organismo che, ricordiamo, raggruppa 18 Comuni, Provincia, Regione e Comunità Montana del Gargano. Si spiega soltanto così quello che è accaduto ieri presso la sede del Parco, e forse il comportamento dei firmatari, che prima avanzano una richiesta di convocazione dell'assise e poi non si presentano. O meglio, si presentano, ma solo in tre: precisamente un assessore delegato dal sindaco di Apricena, il sindaco di San Giovanni Rotondo Salvatore Mangiacotti e quello di S. Marco in Lamis Michelangelo Lombardi. Nessuna traccia di Paolo Campo (sindaco di Manfredonia) e Vito Zuccarino (sindaco di Apricena), ritenuti i registi del tentativo. Il tempo di alcuni scambi e tutti via. Risultato? Evaporata la paventata sfiducia a D'Anelli. Infatti dopo aver contestato l'ordine del giorno perchè emendato dal presidente della Comunità del Parco, che ne aveva rilevato i vizi di legittimità, i tre hanno lasciato l'aula. La seduta, poichè mancava il numero legale, è stata quindi ritenuta sciolta. L'abbandono dei tre ha nel contempo, però, scatenato il disappunto dei nove sindaci presenti, i quali sono stati impossibilitati ad evadere i sei accapi, presenti all'ordine del giorno. Scontate quindi le parole di fuoco, con le quali gli amministratori hanno censurato l'atteggiamento, definito «arrogante, ostruzionistico e strumentale» del centrosinistra. «Si sono autobocciati. Firmano e non si presentano. All'improvviso arrivano in tre e poi se ne vanno» denuncia Marco Camporeale, sindaco di Serracapriola. «Disapproviamo la totale mancanza di correttezza istituzionale dimostrata nell'occasione dal centrosinistra» rimarcano all'unisono Lorenzo La Torre (assessore del Comune di Mattinata) e Saverio Prencipe (Vieste). Mario Trombetta, sindaco di Carpino, si dice rammaricato dall'atteggiamento di chiusura del centrosinistra. «Non ci hanno chiesto nessun confronto, di discutere delle problematiche. No, soltanto ostruzione. Soltanto cultura dell'epurazione. Eppure voglio ricordare loro che in passato, con Fusilli in carica, il centrodestra non si è mai comportato così, proprio nell'interesse dell'ente e del territorio». «E' stato l'epilogo infelice dell'ennesimo assalto all'ultimo fortino amministrato dal polo in Capitanata», gli fa eco Peppino Calabrese (Isole Tremiti). «Il becero tentativo è finito male. Si rassegnino quelli del centro sinistra, il centro-destra continuerà a governare il Parco del Gargano», aggiunge Giovanni Schiavone (sindaco di Lesina). «Intendo sottolineare la discontinuità chiosa Francesco Tavaglione (Peschici) – rispetto al passato. «L'ente – rimarca il vicepresidente del Parco – non è mai ricorso ai debiti fuori bilancio, ha intercettato un cospicuo numero di finanziamenti comunitari e il numero degli abusi edilizi, rispetto alla gestione Fusilli, è sensibilmente calato. Di contro è invece aumentato il numero dei visitatori, pur disponendo di minori risorse rispetto al passato. Il centro-sinistra invece vuole solo occupare poltrone».