La difficoltà di pagare i canoni di locazione, in questo periodo di crisi determinata
dall’emergenza Coronavirus, può essere superata con un accordo per rendere la situazione meno gravosa. L’accordo, se registrato con le giuste modalità, consente al proprietario di ridurre le imposte che sarebbe tenuto a pagare anche nel caso in cui l’inquilino non riuscisse a corrispondere il canone di locazione. Il proprietario non deve temere di trovarsi di fronte a un nuovo contratto di affitto con un canone diverso oppure che possano ricominciare a decorrere i termini di durata della locazione. L’accordo però deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Per l’inquilino i vantaggi della riduzione del canone sono facilmente calcolabili perché si tratta di un esborso immediatamente inferiore per il periodo pattuito con il locatario. Per chi affitta, invece, ridurre il canone comporta un risparmio sulle imposte da pagare. La normativa prevede infatti che le imposte siano pagate anche sui canoni annui non riscossi, a meno che vi sia in atto una sentenza di sfratto.
Fino al 13 novembre 2020 chi non rispetta le regole del contenimento del Covid sarà sottoposto a pesanti sanzioni che varieranno da 400 a 1.000 euro. Doppio della pena per i recidivi che possono andare incontro a una sanzione che varia da un minimo di 800 a un massimo di 2.000 euro oltre la sanzione accessoria, ossia la chiusura dell’esercizio o dell’attività per 30 giorni. La norma prevede anche chiusure da 5 a 30 giorni se si violano le disposizioni del DPCM o le ordinanze che riguardano nello specifico cinema, teatri, sale da concerto e da ballo, discoteche, sale giochi, sale scommesse e bingo, centri culturali, sociali e ricreativi e luoghi di aggregazione. Chi viene sanzionato per la violazione delle misure anticontagio, ha la possibilità di contestare l’ordinanza – ingiunzione di pagamento con ricorso al presentare al Giudice di pace entro il termine di 30 giorni alla notifica. La somma è ridotta del 3% se il pagamento è effettuato entro 5 giorni dalla contestazione o dalla notificazione.
Dopo l’ok alle estrazioni “zerocontanti” della lotteria degli scontrini, è tutto pronto anche per il debutto del «cashback», il rimborso per le transazioni con carta o bancomat effettuate. Il piano «cashback» partirà effettivamente dal 1° dicembre 2020: sono poi previsti diversi semestri in cui si potrà richiedere il rimborso fino al 10% delle spese sostenute tramite pagamenti elettronici. Questi rimborsi arriveranno poi, rispettivamente ai periodi indicati, nei mesi di luglio 2021, gennaio 2022 e luglio 2022. Per il 2020 sono stati stanziati 2,2 milioni di euro. Per il prossimo, invece, anno sono stati messi a disposizione 1.750 milioni e per il 2022 si arriverà a 3 miliardi. I consumatori potranno scegliere di aderire al «Programma cashback» tramite l’App IO oppure banche o società che emettono, carte di pagamento. Il rimborso sarà pari al 10% di quanto speso dal consumatore, a patto che i pagamenti elettronici nell’arco dell’anno siano pari ad almeno 3.000 euro e che si facciano almeno 50 operazioni «cashless» a semestre. Si parla inoltre di un «supercashback»: in pratica un rimborso di 3.000 euro che verrà riconosciuto in aggiunta al «cashback» standard ai primi 100.000 registrati che abbiano effettuato il maggior numero di operazioni «cashless». a patto che eseguano almeno 50 operazioni di pagamento nel corso dell’anno.
Arriva la qualifica di «contribuente solidale» a tutti coloro che, pur potendo usufruire del rinvio dei pagamenti delle imposte fissati con i diversi provvedimenti sull’emergenza sanitaria, hanno preferito pagare quanto dovuto. Sul sito istituzionale del ministero dell’Economia e delle finanze sarà pubblicato un elenco dei «contribuenti solidali» che ne abbiano fatta espressa richiesta. La domanda per conseguire la menzione di «contribuente solidale» è gratuita e può essere presentata dalle persone giuridiche e dalle persone fisiche, esclusivamente in via telematica a uno degli indirizzi e-mail dedicati.
Sbloccata l’anticipazione del Tfs-Tfr agli statali. Arrivata dall’Inps la convenzione per garantire ai lavoratori di accedere a finanziamenti, a valere sul futuro TFS/TFR loro spettante, fino a massimo di 45.000 euro attraverso le banche, alle quali l’Inps assicura la piena agibilità della garanzia a supporto dell’anticipo. Per accelerare l’operatività dei finanziamenti, l’Inps ha già inviato ai Ministeri competenti anche la bozza di circolare contenente le istruzioni operative per l’accesso alla garanzia, dirette agli Enti erogatori e alle banche. I lavoratori interessati potranno così chiedere al proprio Ente erogatore del TFS/TFR la certificazione del diritto, necessaria per richiedere l’anticipazione ad una delle banche aderenti presenti sul www.lavoropubblico.gov.it/anticipo-tfs-tfr.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato 13 procedimenti istruttori nei confronti delle società Enel Energia, Optima, Grèen Network, Illumia, Wekiwi, Sentra, Olimpia-Gruppo Sinergy, Gasway, Dolomiti Energia, E.On, Axpo, Audax, Argos riguardanti la mancanza di trasparenza nell’indicazione delle condizioni economiche di fornitura di energia elettrica e gas sul mercato libero. In particolare risulta che, prima della sottoscrizione del contratto, gli utenti non siano adeguatamente informati dell’esistenza di alcune voci di costo aggiuntive al prezzo della componente energia, con la conseguenza che, solo al momento della ricezione delle bollette, i consumatori si rendono conto degli effettivi costi delle forniture di energia elettrica e gas applicati da queste imprese. In molti casi gli oneri di commercializzazione non sono indicati nel loro esatto ammontare oppure alcuni oneri previsti dal contratto non trovano fondamento in una corrispondente attività. Talvolta invece altre voci di costo risultano impropriamente addebitate agli utenti in caso di recesso anticipato, a titolo di penale o sotto forma di storno dei bonus concessi per incentivare l’adesione alle offerte commerciali.
Eleven Sports deve risarcire gli abbonati che a causa delle restrizioni per l’emergenza Covid l9, non hanno potuto guardare in «streaming» le partite di serie C così come quelle di pallavolo né seguire nella loro interezza le cinque partite in programma della Superlega. Lo chiede l’associazione Codici che invita gli abbonati interessati agli eventi trasmessi da Eleven Sports a segnalare il disservizio a segreteria.sportello@codici.org. L’associazione Codici si occuperà di richiedere il rimborso ed il risarcimento danni.