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Crisi pesca: cambiamenti necessari

Ma la marineria di Manfredonia chiede supporto e consulenza per l’avvio di attività di integrazione al reddito.

 

La Politica Comunitaria della Pesca ha individuato nel ridimensionamento della flotta in circolazione e nella limitazione dello sforzo di pesca insieme alla riduzione delle catture e ad altre misure tecniche di conservazione (tra cui la dimensione minima delle maglie delle reti, l’impiego di attrezzi da pesca selettivi, i divieti di pesca in determinate e zone e stagioni), i principali interventi per attuare una gestione sostenibile della pesca e rendimenti più cospicui per gli operatori.
“Non è stato semplice entrare nell’ordine di idee che queste misure sarebbero tornate già a medio termine a vantaggio degli operatori, dei consumatori e delle risorse marine –dichiara Gino Marinaro, presidente della cooperativa “Alba chiara”- ma ora la mentalità sta cambiando anche qui da noi. Diverse iniziative imprenditoriali di integrazione al reddito sono in fase di progettazione. La nostra cooperativa sta lavorando ad un progetto che prevede la realizzazione di due impianti di allevamento, di pesci e mitili, per i quali abbiamo fatto domanda di concessione, e stiamo valutando anche la possibilità di avviare parallelamente un allevamento del pregiato dattero bianco”.
Le tecniche di coltura di questo prelibato mollusco, di cui sono vietate da una decina d’anni la cattura, il consumo e la vendita a causa della natura distruttiva della tecnica di raccolta attuata con la demolizione delle rocce in cui sono incuneati, vanno ulteriormente affinate. Una iniziativa a carattere sperimentale promossa da Confcoperative e Federcopesca e finanziata dalla Regione Puglia, ha fornito i primi incoraggianti dati.
 “E’ un momento estremamente delicato per gli operatori del mare. La riduzione dello sforzo di pesca in atto ormai da diversi anni –continua Marinaro- ha avuto pesanti ricadute sul piano socio-economico. E’ calato il numero degli addetti ed è a rischio quel ricambio generazionale di cui pure ha bisogno la nostra marineria per risollevarsi dallo stato di crisi appesantito dalle difficoltà di far fronte agli insostenibili costi di produzione determinati dall’aumento del gasolio. Siamo ad una svolta e abbiamo bisogno che qualcuno ci segua in questo percorso, ci dia una mano a risolvere intoppi burocratici e ci porti ad effettuare questa svolta senza sbandare a destra e sinistra”.
 Dinanzi ai cambiamenti in atto molti pescatori si sentono disorientati e inadeguati: “sono loro e non  lucidi imprenditori che non hanno mai avuto niente a che fare con il mare e con la pesca, come avvenuto anche dalle nostre parti, a dover essere aiutati e accompagnati in questa fase di transizione”
Anna Maria Vitulano