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10 DICEMBRE/ IL DIAVOLO STANCO

Il diavolo era talmente stanco da lasciar tutto agli uomini che sapevano fare meglio di lui.

LEONARDO SCIASCIA

Questa battuta sarcastica presente in una delle ultime opere di Leonardo Sciascia, Il cavaliere e la morte, pubblicata nel 1988, un anno prima della sua morte, fa il paio con quella di Goethe: «Hanno scac­ciato il Maligno e ci sono restati tutti i piccoli malvagi». L’ombra oscura di Satana certamente ancora s’allunga sul mondo; ma è pur vero che gli uomini sanno fare in proprio, con la loro libertà, capola­vori di perversione, orrori di aberrazione, abissi di perfidia e ferocia. Nel poemetto II mistero dei Santi Innocenti (1912), il poeta francese Péguy metteva in scena un Dio spaventato nei confronti delle mostruo­sità atroci che l’umanità riesce a compiere nella storia. Sono effera­tezze di cui siamo testimoni abbacinati; eppure chi le compie ha una mente, un cuore, mani, occhi come i nostri.

C’è, allora, una riflessione che deve toccare un po’ tutti. Certo, ci può essere l’offuscamento di un istante, la pazzia che travolge, il tur­bine dell’ira che acceca. Ma il più delle volte si procede verso il bara­tro del male passo dopo passo, in modo insensibile. Dal difetto mar­ginale si giunge al vizio radicale, dall’impulso istintivo si va alla scelta sistematica, dalla scusante comprensibile ci si orienta alla giu­stificazione assoluta. Si è spesso detto di tanti aguzzini nazisti che compivano atti bestiali su ebrei o altre vittime dei lager e che con­temporaneamente erano padri teneri, delicati cultori di musica, sen­sibili compagni di vita per mogli e amici. È il satanico terrificante che è in noi e che trionfa, se non si lascia spazio alla voce severa e decisa della coscienza e all’impero serio della volontà.

Gianfranco Ravasi