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PESCHICI/ KÀLENA, RAUZINO SI APPELLA AL VICEPRESIDENTE PIEMONTESE “SALVATAGGIO SULL’ESEMPIO DEL CASTELLO DI SAN NICANDRO”

Questa volta a prendere la parola è pro­prio il Centro Studi Martella di Peschi­ci che per il tramite della sua instanca­bile guida Teresa Rauzino ha scritto al vice- presidente della Giunta regionale Raffaele Piemontese. “Come presidente del centro studi Martella di Peschici mi rivolgo a Lei per chiederLe di riaprire il tavolo tecnico, che fu at­tivato in Regione Puglia durante l’assessora­to di Angela Barbanente (governatorato di Nichi Vendola), per trovare la definitiva solu­zione per l’intricato caso dell’Abbazia di Kàlena, sita in agro di Peschici” è scritto nel docu­mento che segue il dibattito riaperto nelle ulti­me settimane sulle colonne de l’Attacco con la ritrattazione di questioni e vicende per voce dei protagonisti degli avvenimenti che negli ul­timi anni hanno investito il complesso abbaziale benedettino. Merito anche dell’Universi­tà Politecnica delle Marche che ha riaperto in un certo senso i termini della questione pro­ponendo un laboratorio di architettura sulle ipotesi di recupero del monumento vincolato dalla Sovrintendenza.

Ma torniamo alla lette­ra di Teresa Rauzino che accenna a ripercor­rere le tappe salienti dell’accordo proposto dalla Regione: “Allora furono coinvolti il Comune di Peschici, la Provincia di Foggia, la So­printendenza regionale ai beni culturali. Italia Nostra rappresentò le varie associazioni, fra cui la nostra. Vennero coinvolti i proprietari dell’abbazia. La Regione Puglia, allora, si pro­poneva di inserire Kàlena nei POIN (finanzia­mento dr 3milioni di euro). La Provincia di FG avrebbe impegnato altri 100mila euro per il progetto esecutivo. I fratelli Martucci – rico­struisce Rauzino – non accettarono la solu­zione proposta dai vari rappresentanti del ta­volo tecnico: chiedevano 600 mila euro inve­ce dei 300mila offerti dalla Regione. Ricordo che tuttora il nodo da sciogliere è quello del­l’acquisto delle due chiese inglobate nell’ab­bazia, in cambio di un congruo ristoro. Non si Cer­to che se l’influente ed energico assessore fe­delissimo di Emiliano prendesse a cuore la causa di Kàlena si potrebbe riaprire una nuo­va fase per valutare i termini di una nuova in­tesa, riformulare un progetto sulla base delle ancora attuali soluzioni contenute in quello potrebbe, da parte della Regione, prevedere una somma in bilancio, come fu fatto un anno fa per il Castello di San Nicandro Garganico? Confido tantissimo in Lei e in Massimo Bray, che dovrebbe conoscere il caso dell’abbazia di Kalena perchè quando era ministro del Governo Letta gli inviai un appello cui fece ri­spondere dal capo della sua segreteria”. Cer­to che se l’influente ed energico assessore fe­delissimo di Emiliano prendesse a cuore la causa di Kàlena si potrebbe riaprire una nuo­va fase per valutare i termini di una nuova in­tesa, riformulare un progetto sulla base delle ancora attuali soluzioni contenute in quello elaborato in precedenza e tentare di convin­cere gli eredi proprietari del bene a sottoscri­vere una nuova convenzione con il Comune, magari da non disattendere, segnando una positiva discontinuità con le condotte poco coerenti già più volte messe in atto. E poi c’è anche lo stimato Massimo Bray che nel 2014, da Ministro dei Beni culturali, non rimase in­differente all’appello lanciato sempre dal Cen­tro Studi Giuseppe Martella a cui diede una ri­sposta tutt’altro che affrettata, dettagliando nei particolari i risvolti della vicenda: “In riferi­mento all’appello pervenuto dalla prof.ssa Teresa Maria Rauzino, presidente del Centro Studi Giuseppe Martella di Peschici relativa allo stato di degrado in cui versa l’Abbazia di Santa Maria di Kàlena, si fa presente che la stessa è stata già oggetto di una fitta corri­spondenza tra il Servizio II della Direzione Ge­nerale per i Beni Storico-Artistici ed Etnoantropologici, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e questo Ufficio. Questo Ufficio nel gennaio 2009 è sta­to informato dall’Associazione Italia Nostra e dagli organi di stampa che l’Amministrazione -comunale di Peschici e la famiglia Martucci, proprietaria del monumento avevano stipula­to un atto di convenzione in data 29.09.2008 con il quale il Comune si impegnava al re­stauro delle due Chiese interne all’Abbazia in cambio della fruizione religiosa delle stesse.

Progetto, che nonostante i solleciti della scri­vente, non è mai pervenuto. In data 21.03.2012 questa Soprintendenza ha avvia­to un intervento di somma urgenza sulle mu­rature d’ambito della Chiesa priva di copertu­re con un finanziamento di € 25.000,00 dispo­sto dalla Direzione Regionale ai sensi dell’alt 33, comma 5 e 6, del D.lgs. n. 42/2004, con ri­valsa a danno della proprietà. Durante la consegna dei suddetti lavori la proprietà manife­stò la volontà, messa a verbale, di integrare l’intervento con altri € 25.000,00; ma nono­stante l’autorizzazione di massima espressa da questo Ufficio al progetto pervenuto da par­te di uno solo dei proprietari, tali opere non so­no mai iniziate. I lavori si sono conclusi nel set­tembre 2012 e al recupero delle somme provvederà la Direzione Regionale della Puglia nelle forme previste dalla normativa in mate­ria di riscossione coattiva delle entrate patri­moniali dello Stato. Questa Soprintendenza, inoltre, nel 2012 ha partecipato ad alcune riu­nioni con funzionari del Servizio Beni Cultura­li della Regione Puglia per valutare le possibi­li iniziative da adottare per un intervento com­plessivo di acquisizione e restauro del Mona­stero di Kalena con utilizzo di fondi comunita­ri o regionali”.

Daniela Corfiati

l’attacco