Questa volta a prendere la parola è proprio il Centro Studi Martella di Peschici che per il tramite della sua instancabile guida Teresa Rauzino ha scritto al vice- presidente della Giunta regionale Raffaele Piemontese. “Come presidente del centro studi Martella di Peschici mi rivolgo a Lei per chiederLe di riaprire il tavolo tecnico, che fu attivato in Regione Puglia durante l’assessorato di Angela Barbanente (governatorato di Nichi Vendola), per trovare la definitiva soluzione per l’intricato caso dell’Abbazia di Kàlena, sita in agro di Peschici” è scritto nel documento che segue il dibattito riaperto nelle ultime settimane sulle colonne de l’Attacco con la ritrattazione di questioni e vicende per voce dei protagonisti degli avvenimenti che negli ultimi anni hanno investito il complesso abbaziale benedettino. Merito anche dell’Università Politecnica delle Marche che ha riaperto in un certo senso i termini della questione proponendo un laboratorio di architettura sulle ipotesi di recupero del monumento vincolato dalla Sovrintendenza.
![](https://www.retegargano.it/wp-content/uploads/2020/11/kalena1.jpg)
Ma torniamo alla lettera di Teresa Rauzino che accenna a ripercorrere le tappe salienti dell’accordo proposto dalla Regione: “Allora furono coinvolti il Comune di Peschici, la Provincia di Foggia, la Soprintendenza regionale ai beni culturali. Italia Nostra rappresentò le varie associazioni, fra cui la nostra. Vennero coinvolti i proprietari dell’abbazia. La Regione Puglia, allora, si proponeva di inserire Kàlena nei POIN (finanziamento dr 3milioni di euro). La Provincia di FG avrebbe impegnato altri 100mila euro per il progetto esecutivo. I fratelli Martucci – ricostruisce Rauzino – non accettarono la soluzione proposta dai vari rappresentanti del tavolo tecnico: chiedevano 600 mila euro invece dei 300mila offerti dalla Regione. Ricordo che tuttora il nodo da sciogliere è quello dell’acquisto delle due chiese inglobate nell’abbazia, in cambio di un congruo ristoro. Non si Certo che se l’influente ed energico assessore fedelissimo di Emiliano prendesse a cuore la causa di Kàlena si potrebbe riaprire una nuova fase per valutare i termini di una nuova intesa, riformulare un progetto sulla base delle ancora attuali soluzioni contenute in quello potrebbe, da parte della Regione, prevedere una somma in bilancio, come fu fatto un anno fa per il Castello di San Nicandro Garganico? Confido tantissimo in Lei e in Massimo Bray, che dovrebbe conoscere il caso dell’abbazia di Kalena perchè quando era ministro del Governo Letta gli inviai un appello cui fece rispondere dal capo della sua segreteria”. Certo che se l’influente ed energico assessore fedelissimo di Emiliano prendesse a cuore la causa di Kàlena si potrebbe riaprire una nuova fase per valutare i termini di una nuova intesa, riformulare un progetto sulla base delle ancora attuali soluzioni contenute in quello elaborato in precedenza e tentare di convincere gli eredi proprietari del bene a sottoscrivere una nuova convenzione con il Comune, magari da non disattendere, segnando una positiva discontinuità con le condotte poco coerenti già più volte messe in atto. E poi c’è anche lo stimato Massimo Bray che nel 2014, da Ministro dei Beni culturali, non rimase indifferente all’appello lanciato sempre dal Centro Studi Giuseppe Martella a cui diede una risposta tutt’altro che affrettata, dettagliando nei particolari i risvolti della vicenda: “In riferimento all’appello pervenuto dalla prof.ssa Teresa Maria Rauzino, presidente del Centro Studi Giuseppe Martella di Peschici relativa allo stato di degrado in cui versa l’Abbazia di Santa Maria di Kàlena, si fa presente che la stessa è stata già oggetto di una fitta corrispondenza tra il Servizio II della Direzione Generale per i Beni Storico-Artistici ed Etnoantropologici, la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e questo Ufficio. Questo Ufficio nel gennaio 2009 è stato informato dall’Associazione Italia Nostra e dagli organi di stampa che l’Amministrazione -comunale di Peschici e la famiglia Martucci, proprietaria del monumento avevano stipulato un atto di convenzione in data 29.09.2008 con il quale il Comune si impegnava al restauro delle due Chiese interne all’Abbazia in cambio della fruizione religiosa delle stesse.
![](https://www.retegargano.it/wp-content/uploads/2020/11/Kàlena4.jpg)
Progetto, che nonostante i solleciti della scrivente, non è mai pervenuto. In data 21.03.2012 questa Soprintendenza ha avviato un intervento di somma urgenza sulle murature d’ambito della Chiesa priva di coperture con un finanziamento di € 25.000,00 disposto dalla Direzione Regionale ai sensi dell’alt 33, comma 5 e 6, del D.lgs. n. 42/2004, con rivalsa a danno della proprietà. Durante la consegna dei suddetti lavori la proprietà manifestò la volontà, messa a verbale, di integrare l’intervento con altri € 25.000,00; ma nonostante l’autorizzazione di massima espressa da questo Ufficio al progetto pervenuto da parte di uno solo dei proprietari, tali opere non sono mai iniziate. I lavori si sono conclusi nel settembre 2012 e al recupero delle somme provvederà la Direzione Regionale della Puglia nelle forme previste dalla normativa in materia di riscossione coattiva delle entrate patrimoniali dello Stato. Questa Soprintendenza, inoltre, nel 2012 ha partecipato ad alcune riunioni con funzionari del Servizio Beni Culturali della Regione Puglia per valutare le possibili iniziative da adottare per un intervento complessivo di acquisizione e restauro del Monastero di Kalena con utilizzo di fondi comunitari o regionali”.
Daniela Corfiati
l’attacco