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NESSUNO SI PREOCCUPA DELLA CRISI OCCUPAZIONALE

Sono passati circa otto mesi dall’insediamento del Consiglio e della Giunta Comunale. Da come ha detto il nostro Sindaco, tempo fa sul «Faro», che bene o male qualcosa si è fatto, cosa si è fatto, sinceramente non riesco a quantificarlo o ad immaginarmelo.

A tal proposito sto conducendo un’analisi su qualcosa che doveva essere a vantaggio di tutta la comunità viestana ma che invece lo è stato solo per alcuni. Mi riferisco alla L.R. 20 gennaio 1998, la «Legge 3», la  tanto decantata ed acclamata «Legge di pubblica utilità», che aveva come fine principale, tra i tanti altri vincoli, come da delibere del Consiglio Comunale, di attivare immediatamente livelli occupazionali non inferiori a tre unità lavorative e progressivamente crescenti in proporzione alla consistenza dell’intervento. Vale a dire più metri cubi di cemento venivano concessi più doveva aumentare il numero delle unità lavorative da impiegare. Quei livelli occupazionali dovevano essere mantenuti per almeno 5 anni in ragione di anno intero o frazione per il periodo di apertura delle attività stagionali. Ma come al solito, come si dice a Vieste, «Passato il Santo passata la festa». In realtà, in tutti questi anni di continuo ristrutturare, costruire, abbattere per raggiungere i tanto sospirati standards nazionali ed europei, non si è visto nessun cambiamento e migliorìa occupazionale. Si è assistito invece all’aumentare di strutture ricettive e di cementificazione selvaggia, sparsa su tutto il territorio, travisando e vanificando la cosiddetta legge Galasso, che poneva a tutela del territorio come limite di costruzione, la distanza di 300 metri dal mare. Si è visto costruire invece anche a pochi metri dal mare. Mai, come questo inizio del 2007, si sente così forte la crisi occupazionale, c’è una disperazione in giro che non si vedeva da anni. L’unico settore fiorente nell’ultimo decennio è stato quello edilizio, anche se tutto quello che si è fatto lo si è fatto troppo in fretta ed in malo modo. Se si fosse programmato meglio si sarebbe assicurato più lavoro a lungo termine ai lavoratori viestani, e si sa che l’edilizia ha un grosso indotto. Intorno ad essa gira un po’ tutta l’economia viestana maggiormente nel periodo invernale, che è soggetto a depressione occupazionale. Tolto, infatti, il breve periodo di raccolta delle olive, non essendoci altre alternative lavorative, si ricade così in un letargo lavorativo forzato, per poi risvegliarsi nel periodo estivo, limitandosi solo ed esclusivamente ai tre mesi di giugno-luglio-agosto (per i più fortunati), disattendendo così le principali aspettative e prerogative della «Legge 3». E poi si è avuto il coraggio di parlare, come si è fatto durante tutta la campagna elettorale, di destagionalizzazione delle attività turistiche. Ma come si suol dire, si predica bene ma si razzola male, infatti né il Sindaco e né la Giunta Comunale hanno fatto riferimento nelle linee programmatiche del problema della disoccupazione che, come non mai, quest’anno ha raggiunto livelli, seriamente, preoccupanti.

Matteo Del Duca, consigliere comunale