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30 dicembre/ DIPINGERE IL MONDO

Questo è il volto che hanno le cose quando siamo felici. Il mondo è sempre così, siamo noi che lo dipingiamo del colore della nostra angoscia o della no­stra infelicità …Il mondo prende i nostri colori.

CEES NOOTEBOOM

Eccoci alle ultime ore dell’arco dell’anno. Tutti i giorni che esso ha contenuto, tutte le opere compiute e le cose viste hanno avuto colori diversi, ora cupi ora luminosi, e noi siamo convinti che siano queste realtà a essere così, indipendentemente da noi e dalla nostra volontà. E invece, nella riflessione sopra citata, il maggiore scrittore olandese vivente, Cees Nooteboom, nella sua opera Philip e gli altri (Iperborea 2005) ci ricorda che siamo noi a dipingere di colori o a immergere nel nero pece le realtà della vita e del mondo. Quante volte, anche que­st’anno, una nostra insoddisfazione ha velato le albe, una nostra ama­rezza ha intristito la primavera, una nostra freddezza interiore ha rag­gelato Testate, un nostro odio ha arrossato le nevi invernali e una nostra pigrizia ha spento il dialogo coi familiari e gli amici.

Tra poche ore sorgerà il nuovo anno che vorremmo colorato e festo­so. Certo, non tutto dipende da noi, perché facciamo parte di un dise­gno più grande. Ma sta a noi dare luce a tanti spazi di questo mondo. Parafrasando un detto evangelico, Rabelais (1494 ca -1553) nel suo ce­lebre Gargantua e Pantagruel scriveva: «Le ore sono fatte per l’uomo, non l’uomo per le ore». Dobbiamo dominare il tempo, colmarlo di atti giusti, rasserenarlo e fecondarlo come un terreno da coltivare e da far fiorire. Dipingiamo, allora, il mondo col colore della speranza e non immergiamolo nel grigio della rassegnazione.

Gianfranco Ravasi