Pandemia e restrizioni hanno dato un colpo al settore agroalimentare, giunto al minimo dei ricavi da almeno un decennio, con un crack senza precedenti per la ristorazione che dimezza il fatturato (-48 % ) per una perdita complessiva di oltre 3,5 miliardi di euro nel 2020 con la chiusura di circa 22mila ristoranti, bar, ristoranti, pizzerie e 875 in Puglia. Questi sono i numeri allarmanti emersi dal bilancio di fine anno sui consumi alimentari fuori casa elaborato dalla Coldiretti su dati Ismea. «Il settore della ristorazione – è scritto nel documento – è stato quello più duramente colpito dalla pandemia con la serrata imposta dalle misure anti contagio in una regione dove molto diffuso è il consumo alimentare fuori casa. Una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti secondo Confcommercio e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco».
«In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – spiega la Coldiretti Puglia – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Una situazione di sofferenza che porterà a fine anno ad una perdita di fatturato per la filiera agroalimentare di oltre 700 milioni di euro solo per i mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione.
«Per effetto della chiusura della, ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che nel 2020 a causa dell’emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall’asporto», dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione e l’agriturismo – si specifica ancora – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti Puglia – devono prevedere un immediato sostegno economico alla filiera per salvare l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy.