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Si conoscerà forse oggi il destino della Comunità Montana del Gargano

Si dovrebbe conoscere, oggi, il destino della Comunità Montana del Gargano. Infatti, era stato fissato al 30 settembre il termine ultimo entro il quale le Regioni avrebbero dovuto approvare la Legge riguardante, appunto, il riordino delle Comunità Montane. Scadenza che la Regione non ha voluto assolutamente rispettare per la semplice ragione che, quando sembrava che si fosse in dirittura d’arrivo, è stato formalizzato il ritiro del disegno di legge da parte dell’assessore regionale alla gestione delle risorse, Guglielmo Minervini. Decisione che ha, praticamente, rimesso nelle mani del Governo centrale la decisione sul destino delle sei comunità montane pugliesi. Il disegno di legge prevedeva la soppressione di tre Comunità sulle sei attuali. Visto che fino a questo momento, l’esecutivo regionale non è ritornato sulle sue posizioni, con multa certezza le Comunità montane, che hanno il territorio al di sotto dei 600 metri di altitudine, saranno azzerate commissariate. Una prima presa di posizione c’è stata da parte dell’opposizione di centrodestra che, con il capogruppo, Rocco Palese (Pd-An), ha giudicato “inqualificabile” il comportamento dell’esecutivo. Da parte sua, l’assessore Minervini ha spiegato che con «I fondi disponibili si copre solo il 40 per cento del costo del personale. Non solo, ma gli investimenti vengono ridotti, privilegiando, così, le regioni del nord che, nella gran parte, hanno le Comunità montane oltre i 700 metri di altitudine. In Puglia, al contrario, nessuna delle sei ha questi parametri di riferimento».
La Finanziaria 2008 (Governo Prodi) prevedeva alcuni tagli alle Comunità montane e obbligava le Regioni a presentare i piani di riordino entro e non oltre giugno 2008. Il nuovo decreto (convertito anche in legge) emanato dal Governo Berlusconi si sofferma sul contenimento dei trasferimenti finanziari alle Regioni, ma non stabilisce l’eliminazione delle comunità montane, né tantomeno esime le regioni dal presentare leggi di riordino. Peraltro, lo stesso governo Berlusconi, su questo tema, era già andato incontro alle Regioni prorogando dal 30 giugno al 30 settembre la scadenza entro cui presentare i piani di riordino. Per quanto riguarda quella garganica che, ricordiamo, comprende ben tredici Comuni: Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Peschici, Rignano Garganico, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Sannicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste, il provvedimento a cui stava lavorando l’Esecutivo regionale, riguardava, essenzialmente, la contrazione del numero dei consiglieri e degli assessori; una vera e propria cura dimagrante: appena dodici, al posto degli attuali trentanove consiglieri; anche la giunta sarebbe stata ridotta di molto: appena un presidente e due assessori.
Certamente, se non proprio nelle prossime ore ma certamente a breve scadenza, si conoscerà quale decisione avrà adottato il Governo; non solo, ma anche, in caso di soppressione, la destinazione del personale. Quello che sembra più verosimile è che si vada alla nomina di un commissario con il compito di procedere alla liquidazione del patrimonio o nella migliore delle ipotesi, quella di
traghettare gli Enti montani, in attesa della decisione del Governo.