Menu Chiudi

Vieste – IL VICE SINDACO PRENCIPE RIVELA: “ERO STATO MINACCIATO, COSI’ AVEVO DATO LE DIMISSIONI”

 

Non era all’ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per questa mattina, ma la questione della legalità e della sicurezza in città ha prevalso su tutto dopo la dichiarazione fatta in aula dal vice sindaco, Saverio Prencipe, in cui ha spiegato i motivi che lo avevano spinto a formalizzare nelle scorse ore le dimissioni che però il sindaco, Ersilia Nobile, non ha accettato. La decisione, poi rigettata dal sindaco, era stata causata dalle minacce, e non era la prima volta, che Prencipe aveva subito da un individuo. Qui di seguito il testo del discorso pronunciato stamane in aula dal vice sindaco Prencipe.

"Signor Presidente del Consiglio, Signor Sindaco, colleghi consiglieri e colleghi di Giunta, prendo la parola per parteciparVi alcune brevi considerazioni su una vicenda culminata qualche giorno addietro nella presentazione delle mie dimissioni dagli incarichi che ricopro in seno all’esecutivo di questo Comune.

Ritengo opportuno rappresentarvele per intento di chiarezza, ma anche e soprattutto per sgombrare il campo da inutili dietrologie e sterili speculazioni che, come sovente accade in simili circostanze, popolano l’immaginario di quel detestabile circuito che sprezzantemente e non senza buone ragioni definiamo "politica da marciapiede" e che non smette, malgrado la poco affidabile buona volontà di chi ne tiene le fila, di autoalimentarsi con rinnovati profluvi di illazioni largamente gratuite ed irresponsabili.

E’ vero, nella tarda mattinata di giovedì 2 ottobre ho rassegnato formali dimissioni. E’ un passo al quale mi ha sospinto l’incidenza di motivazioni di carattere personale, ma che pur essendo tali non mancano di implicazioni con gli incarichi pubblici da me ricoperti in seno alla Giunta ed in seno a questo Consiglio.

In data del 29 settembre, per ragioni per nulla riconducibili a mie dirette o indirette responsabilità, sono stato oggetto, ancora una volta, di un grave atto intimidatorio sotto forma di minacce e appostamenti da parte di un soggetto, che mi ha procurato uno stato di turbamento, con fondate preoccupazioni riguardanti l’incolumità mia e dei miei cari.

Naturalmente sulla vicenda e nei confronti dell’ autore –come segno tra l’altro di indiscussa fiducia nelle forze dell’ordine e nello stato di diritto-, in data 30 settembre ho sporto immediata, formale e circostanziata denuncia, presso il Comando Tenenza dei Carabinieri di questo Comune; ho altresì inviato, in data 1 Ottobre, una accorata nota di segnalazione (con allegato dispositivo di denuncia) all’attenzione di S.E. il Sig, Prefetto di Foggia dr. Antonio Nunziante, invocando ogni utile interessamento per assicurare, a chi amministra o a chi ricopre una qualsiasi carica pubblica, lo svolgimento delle relative funzioni in condizioni di serenità.

L’episodio, tuttavia, in tutta la sua inquietante problematicità, non ha mancato di suscitare in me, una profonda e lacerante riflessione sul senso del "continuare a fare politica" nella nostra città, sulla volontà e sulle motivazioni personali che possono continuare a sussistervi alla base di quel senso, suggerendomi alla fine come plausibile conclusione, il procedere con le mie formali dimissioni dalle cariche esecutive.

Purtroppo, come ebbi modo di evidenziare in questo Consiglio Comunale, la vicenda non l’ho considerata come un fatto avente una sua solitaria e specifica individualità. La stessa, ad uno sguardo più attento, sembra inserirsi in un quadro di elementi che, di concerto, stanno alimentando, da qualche tempo a questa parte, una strisciante quanto pervicace campagna diffamatoria perpetrata nei miei confronti.
Una campagna che a suon di allusioni, illazioni, maldicenze –senza fondamento alcuno- trae, anche, malaccorto spunto da ordinarie vicende amministrative, piegandole volutamente e dissennatamente a letture tendenziose e diffamatorie ai confini di una vera e propria persecuzione previo pubblico ludibrio con al centro del mirino la mia persona.
 
Francamente non trovo, grazie a Dio, nel mio agire interiore ed esteriore, motivazioni plausibili per meritarmi detto trattamento o per costituirne soggetto ispiratore. La mia attività politica e la mia condotta personale alla stessa asservita, non forniscono il benchè minimo barlume di ispirazione a simile discutibile trattamento e le dimissioni hanno voluto costituire una risposta di tale unico ed inequivocabile senso. Mal si presterebbe la tentazione di coniugarle come excusatio non petita, accusatio manifesta (scusa non richiesta, segno di accusa evidente).

Detta determinazione –lo dico a scanso di ulteriori equivoci- nulla avrebbe tolto alla stima, alla considerazione ed al valore del mio legame consolidatosi con i colleghi della Giunta e con la persona del Sindaco e non si sarebbe dovuta leggere come un atto di sfiducia nei loro confronti.

A seguito dell’atto di dimissioni, come era plausibile attendersi, ho avuto un franco colloquio con il Sindaco nel corso del quale ho potuto esprimere compiutamente le motivazioni alla base della mia determinazione. Il Sindaco, che ringrazio per l’assoluto spirito di comprensione, pur trovando comprensibili le ragioni del mio malessere mi ha più volte suggerito che la risposta non poteva ricadere nella tentazione di "abbandonare il campo". Anzi, il tutto doveva suggerirmi un impegno ancor più rinnovato ed incisivo nell’ambito delle responsabilità esecutive che mi sono state affidate; un invito che ho interpretato come segno di inequivocabile fiducia verso la mia persona.

Il che, ha determinato tra me ed il Sindaco, anche una disamina complessiva dei prossimi obiettivi amministrativi da conseguire nel corso del restante periodo di legislatura, per il cui pieno conseguimento è richiesto un ulteriore fattivo coinvolgimento mio personale e di tutta la Giunta di cui sono componente.

Detto approccio si è rivelato persuasivo nell’indurre il Sindaco a respingere le dimissioni ed a determinarmi a rientrare nell’esecutivo a pieno titolo".